La Postura nel Metodo Mézières
Per inquadrare il termine “Postura” è necessario fare un breve riassunto di come nel tempo la ricerca abbia scoperto altre radici che nutrono questa parola. Infatti, già nella nostra lingua se ne trova già traccia a partire dal 1200 e successivamente nel 1684 quando Redi , (Laureto in Medicina a Pisa nel 1647) ne fece cenno nel suo “Trattato di Anatomia Umana” per definire: “…un atteggiamento abituale del corpo o di parti di esso”. (Figura 1: Francesco Redi 1626/1697).
La stazione eretta normalmente non necessita di una contrazione muscolare importante, ma le posture sbagliate o scomposte in stazione eretta creano disequilibri posturali a lungo andare e già questo basta per adottare un piano di riequilibrio posturale, che essendo una funzione attiva, necessita di una contrazione muscolare attiva (1). Il controllo e la percezione dell’orientamento e del movimento del corpo sono subordinati a molteplici meccanismi sensoriali e motori che vanno da meccanismi periferici relativamente semplici a meccanismi complessi che coinvolgono i più alti livelli di funzione cognitiva e integrazione sensitivo-motoria (2).
Negli ultimi decenni sono stati descritti meccanismi di segnali propriocettivi e somato-sensoriali alla valutazione dell’orientamento e della configurazione del proprio corpo. L’ipotesi che gli input propriocettivi della parte inferiore degli arti inferiori vengano utilizzati per innescare i movimenti di equilibrio e andatura è stata messa in discussione (Riunione del “Neural Control of Movement” aprile 1997) scoperte successive hanno allargato il campo di visione dimostrando come gli input del tronco o dell’anca siano più importanti nell’innescare le correzioni dell’equilibrio rispetto all’input propriocettivo della parte inferiore della gamba e che aiutino principalmente nella forma finale e nella coordinazione intermuscolare dei movimenti posturali e dell’andatura (3).
Figura 2 (4) : Organizzazione centrale del controllo posturale. Questo diagramma schematico riassume i componenti principali coinvolti nell’organizzazione centrale del controllo posturale. Esistono due serie di valori di riferimento, uno è correlato all’orientamento del segmento corporeo e l’altro è correlato alla stabilità dell’intero corpo (controllo dell’equilibrio). Questi valori di riferimento, e il loro mantenimento contro i disturbi esterni o interni, si basano su uno schema corporeo o una rappresentazione interna del corpo, che includono diversi componenti, ovvero geometria e cinetica del corpo, rappresentazione della verticalità e cornice di riferimento. Inoltre, le reti posturali contribuiscono all’esecuzione dei compiti posturali. Gli input multisensoriali sono usati per costruire lo schema del corpo. Questi ingressi fungono anche da sensori di rilevamento errori per valutare la mancata corrispondenza tra l’orientamento e la stabilità prescritti e la postura effettiva. Le reazioni posturali in presenza di un messaggio di errore, nonché gli adattamenti posturali anticipatori associati a movimenti volontari, vengono esercitati attraverso le reti posturali su uno o più segmenti. L’esecuzione delle reazioni o anticipazioni posturali è controllata on line da feedback locali.
Lacquaniti e Maioli nel 1994 hanno identificato due sistemi di controllo separati uno che regola la lunghezza e l’asse dell’arto rispetto alla verticale, e l’altro le forze di contatto orizzontali (componente della leva) esercitate dalla parte anteriore e posteriore per stabilizzare il corpo. Questo sistema di controllo cinetico svolge presumibilmente un ruolo nel mantenimento del centro di gravità nell’area di supporto. Esistono quindi due sistemi di controllo parallelo, uno incentrato sulla geometria del corpo e l’altro sulla stabilità (5) (Figura 1).
Di questi argomenti specifici tratterò in un prossimo articolo di riferimento, ora invece focalizziamoci su quali punti si appoggia il Metodo Mézières per la costituzione del cosiddetto “Esercizio Correttivo”.
Paramorfismi e Dismorfismi
I paramorfismi sono atteggiamenti posturali scorretti, più spesso causati da problemi muscolotendinei e/o articolari e sono potenzialmente reversibili con ginnastica posturale e fisioterapia. Se non trattati, i paramorfismi possono evolvere nei dismorfismi che invece sono vere e proprie alterazioni croniche della morfologia che hanno un decorso tendenzialmente peggiorativo, di complessa correzione, anche con l’uso di busti e tutori, tant’è che spesso richiedono interventi di chirurgia (6).
Paramorfismi e dismorfismi interessano principalmente la colonna vertebrale o rachide e spesso, come conseguenza, anche le spalle, gli arti inferiori e il piede (6).
I paramorfiami a volte e non in tutti i casi, se in stadio avanzato, ovvero quando inizia la deformazione ossea, possono diventare veri e propri dismorfismi, anche se spesso mantengono lo stesso nome. I vari tipi di dismorfismi vengono classificati fondamentalmente in due categorie: simmetrici, quando creano una discrepanza sul piano anatomico sagittale, e asimmetrici, nel caso in cui si manifestino su quello frontale (6).
. Paramorfismi e dismorfismi frequenti della colonna vertebrale o rachide sono:
- Atteggiamento scoliotico: paramorfismo di curvatura laterale del rachide; muscolatura atrofica su un lato e ipertrofica dall’altro;
- Scoliosi: dismorfismo asimmetrico tridimensionale;
- Ipercifosi: anche detto dorso curvo, è un paramorfismo, o dismorfismo nella forma cronica, simmetrico che determina una eccessiva angolazione (> 45°) della fisiologica curva cifotica (20 – 45°).
. Paramorfismi e dismorfismi frequenti degli arti inferiori e del piede sono:
- Ginocchio valgo: paramorfismo insito nella deviazione del ginocchio rispetto all’asse femore-tibia, formando un angolo ottuso laterale. E’solitamente dovuto all’allontanamento della tibia dal piano sagittale e si correla spesso varismo dell’anca;
- Ginocchio varo: paramorfismo che consiste nella deviazione del ginocchio rispetto all’asse femore-tibia, formando un angolo ottuso mediale;
- Piede piatto: è un paramorfismo che determina riduzione dell’arco plantare e aumento della superficie d’appoggio, causata dal cedimento di tendini, muscoli del piede o legamenti delle ossa. Può essere primitivo (del bambino) o acquisito (dell’adulto); quest’ultimo, se ignorato, può causare artrosi e alluce valgo;
- Alluce valgo: dismorfismo determinato dall’allontanamento della testa del primo metatarso dalle altre dita, per allargamento a ventaglio dell’avampiede. È di predisposizione ereditaria, per lassità dei legamenti e dei muscoli flessori dell’alluce e della volta plantare.
Per Françoise Mézières la contrattura e successiva retrazione muscolare è la causa di tutte le patologie ortopediche (tranne quelle di origine congenita). Infatti, tale contrattura organizzata nelle catene cinetiche determina una modificazione della normale simmetria corporea (1).
La retrazione delle catene cinetiche determina la deviazione della colonna vertebrale (scoliosi, iperlordosi, ecc), una spalla più alta dell’altra, il bacino ruotato, le ginocchia vare o valghe, ecc. E’ quindi la muscolatura che influenza e modifica i normali rapporti scheletrici; le patologie che ne derivano (periartriti, sciatalgie, scoliosi ecc.) sono tutte risolvibili riallungando la muscolatura.
Nella periartrite scapolo-omerale, ad esempio, la contrattura muscolare determina uno spostamento dell’omero all’interno dell’articolazione della spalla, la testa dell’omero perde la sua posizione centrale, entra in contatto con una parte della cavità articolare della scapola e determina un’infiammazione da sfregamento che, se non trattata, evolve in periartite. Ciò determinerà oltre ad un’impotenza funzionale, una modificazione morfologica: la spalla colpita risulterà, rispetto alla sana, più alta o bassa, più anteposta o retroposta; il capo potrà inclinarsi da un lato; il bacino ruotare; ecc. In questo esempio il trattamento non dovrà avvalersi di mobilizzazioni ma, al contrario, si dovranno ricercare quei muscoli che accorciandosi hanno determinato lo spostamento dell’omero (e le altre asimmetrie) per riallungarli attraverso il lavoro isometrico. In questo modo l’omero tornerà nella sua posizione centrale all’interno dell’articolazione. Così facendo, lavorando sulle cause che hanno prodotto l’insorgenza della patologia, la spalla recupererà stabilmente la sua corretta simmetria e la sua capacità funzionale (1).
Posture correttive
Il Metodo Mézières rispecchia 3 principi di trattamento correttivo molto importanti :
- Primo Principio: essendo ogni individuo unico, bisogna curare malati e non malattie;
- Secondo Principio: essendo ogni individuo indivisibile, ogni trattamento dovrà essere globale.
- Terzo Principio: ogni trattamento può e deve risalire dal sintomo alla causa della
malattia.
Il lavoro correttivo va compiuto attraverso posture di stiramento assiale, ognuna delle quali, dovendosi adeguare al soggetto da trattare, possiede infinite varianti e sfumature e con l’applicazione di queste posture il paziente apprende gradualmente come allineare e allungare un corpo che per molteplici ragioni è costretto a deviare dall’asse naturale di riferimento. Le posture dovranno essere mantenute il più a lungo possibile, poichè il tempo gioca positivamente sulle possibilità di allungamento del muscolo e ne diminuisce l’attività tonica (1).
. Attenzione: quelle rappresentate in questo articolo sono le posture correttive base di Mézières e non devono essere riprodotte in sedute di attività fisica da soli, ma sempre dopo avere consultato un professionista della salute e del movimento!
– Postura eretta, tronco flesso in avanti
In questa postura le anche si piegano per portare sullo stesso piano, rigorosamente retto, il bacino, la cintura scapolare, l’occipite. Le ginocchia son portate in derotazione e le mani sono appoggiate al suolo o su uno sgabello, a seconda delle possibilità del paziente. Il blocco diaframmatico in inspirazione deve essere sempre evitato, invitando il paziente ad espirare profondamente in maniera lenta e controllata.
– Postura eretta in stiramento assiale
In questa postura la sommità del capo viene mantenuta allo zenit. Le spalle sono rilassate, le braccia sono estese ed extraruotate. Il blocco diaframmatico in inspirazione deve essere sempre evitato, invitando il paziente ad espirare profondamente in maniera lenta e controllata, favorendo così una migliore delordosizzazione del rachide lombare attraverso un migliore utilizzo del retto dell’addome. Le ginocchia sono in derotazione e in leggera semi-piegamento, i piedi e le loro dita sono impegnate nella ricostruzione della volta plantare attraverso una serie di posizioni caratteristiche del metodo, conosciute sotto il nome di “Esercizio Mézières”. Françoise Mézières dava una importanza capitale al piede!
– Postura in Decubito Dorsale, Arti Inferiori a Squadra
Anche questa postura presuppone un allineamento assiale rigoroso. La testa, portata in retrazione durante l’espirazione, viene corretta da eventuali rotazioni e/o lateroflessioni. Le spalle sono rilassate, gli arti superiori sono distesi lungo i fianchi ed extraruotati. Le articolazioni coxo-femorali sono flesse a 90°, le ginocchia sono in derotazione, mentre il piede è impegnato nell’esecuzione dell’esercizio Mézières e di alcune sue varianti.
Le posture viste e descritte in questo modo riduttivo sembrerebbero fin troppo semplici da applicare, ma bisogna considerare l’aspetto più importante del metodo la correzione dei compensi, come avviene ad esempio in altre posture “Mézières”!
Schemi posturali
Vediamo in questo paragrafo alcuni schemi posturali scorretti più frequenti, dato che ne esistono molti e con ciò ricordo comunque che sono dei modelli standardizzati, utili solo per fini didattici. In realtà non c’è un dismorfismo uguale all’altro, ogni soggetto ha delle specifiche caratteristiche che solo un’attenta valutazione posturale, della quale tratterò in un articolo apposito, può definirne il percorso posturale.
– Schema Posturale N.1
Il paziente presenta un evidente “genum procurvatum” da accorciamento selettivo degli ischiotibiali. A questo può associarsi un cavismo/piattismo plantare (dipende dalla rotazione del ginocchio) con un 1° dito in valgo ed un 5° in varo la cui gravità è sempre variabile in base all’accorciamento delle catene muscolari e non all’età come spesso si pensa, anche se è vero che il fattore tempo peggiora il decorso di uno squilibrio posturale esistente. A livello vertebrale è visibile un’iperlordosi bassa con ampia curva cifotica dorsale di compenso. Questo altera:
- La posizione della scapolo-toracica con conseguente conflitto prematuro a livello dell’articolazione gleno-omerale.
- L’arto superiore si porta in rotazione interna contribuendo al peggioramento della sindrome da impingement, l’avambraccio e la mano soffriranno progressivamente di questa posizione: gomito in flessione avambraccio in pronazione. Tutte le terapie strumentali come la diadinamica, il laser, la ionoforesi, pur attenuando il dolore (effetto) non risolveranno la causa che è puramente posturale.
- Il torace si porta in chiusura espiratoria con conseguenti problemi sulla compliance toracica. Infine il capo si porterà in antepulsione estrema aumentando la possibilità di ernie discali posteriori.
– Schema Posturale N.2
Il paziente presenta un evidente “genum recurvatum” da accorciamento selettivo del quadricipite e del soleo. A questo può associarsi un cavismo/piattismo plantare (dipende dalla rotazione del ginocchio) con un 1° dito in valgo ed un 5° in varo. Nelle donne il recurvatum viene peggiorato dall’utilizzo di calzature con tacchi troppo alti che promuovono un accorciamento del soleo e deformano le volte plantari (basti pensare che un tacco di soli 6 cm scarica il 75% del peso corporeo sull’avampiede facendo cedere progressivamente la volta trasversale anteriore la cui forma naturale ad arco serve a distribuire in modo armonico e ammortizzato il peso del corpo sull’avampiede, il quale in condizioni fisiologiche, ne sopporta solo il 25%). A livello vertebrale è visibile una marcata antepulsione del bacino per un notevole accorciamento della massa sacro-lombare posteriore. Questa compressione sempre presente a livello posteriore favorisce la degenerazione prematura del disco e delle faccette articolari. La curva cifotica di compenso nella regione dorsale alta a sua volta favorisce un antepulsione ed estensione del capo. Anche in questo caso dunque, la forza di gravità, che agisce sempre perpendicolare al terreno, giocherà un ruolo sfavorevole nel decorso dello squilibrio posturale accentuando progressivamente le curve di compenso (1).
Il procedimento
Iniziamo con il dire che la seduta con il Metodo Mézières è sempre preceduta da una valutazione molto attenta della situazione di assetto muscolo-scheletrico del paziente, tenendo conto sia della sintomatologia dolorosa, che della conformazione ossea del paziente. Una volta terminata la valutazione la seduta viene svolta a terra e si andranno ad allungare in maniera globale e duratura tutti quei distretti che generano problemi.
- La seduta
. Durata
La durata delle sedute, estremamente variabile, dipende da una molteplicità di fattori ma non dovrebbe essere inferiore al tempo necessario all’esame dettagliato del soggetto, alla messa in atto delle diverse posture ed alle fasi di riposo indispensabili; così alcune sedute possono durare un’ora e mezza (7). Il numero delle sedute non dovrebbe mai essere inferiore a 20 se non 30, ma al di là del numero di sedute è la durata di svolgimento del trattamento che va tenuta in conto (7). Durante la seduta si andranno comunque a stimolare alcuni centri muscolari che sono legati però al sistema nervoso autonomo, come quello che gestisce il respiro e la pressione arteriosa, motivo per il quale è necessario interfacciarsi in maniera mirata e accurata.
Alla fine della seduta il paziente dovrà alzarsi in maniera molto lenta in quanto non è raro riscontrare anche dei fenomeni di transitori di giramenti di testa a causa del cambio della postura. Si tratta di una caratteristica propria della metodica, in quanto andando a modificare l’assetto dei vari distretti muscolari e articolari, il cervello necessita di qualche minuto di assestamento per riprender si.
. Come si capisce se il metodo è efficace?
Il momento in cui durante l’atto respiratorio gli arti inferiori cominciano a vibrare vistosamente generalmente è un ottimo traguardo nella posturale Mézières: è il momento in cui veramente il soggetto sta modificando il suo assetto corporeo e nel momento in cui espura si può notare la messa in tensione, che è globale, dalla testa ai piedi.
. Reazioni passeggere
Durano generalmente 48 ore e sono di due tipi:
meccanico: indolenzimento, crampi, ricomparsa dei vecchi dolori, comparsa di dolori sconosciuti al soggetto (che rimandano ad un riflesso antalgico a priori);
neurovegetativo: freddo, fame, sete, sonno, riso, piante, tremito, vertigine (8).
Tutte queste reazioni sono un buon segno ed esprimono la liberazione delle tensioni muscolari e psichiche con conseguenze riflesse sul sistema neurovegetativo, quindi anche circolatorio (7).
Particolarità d’intervento
. Disfunzioni del piede
Nel caso in cui ci il paziente presenti un dolore al piede modificare l’appoggio attraverso un riposizionamento della catena muscolare risulta essere vincente in tutte quelle condizioni che determinano un carico anomalo sulle strutture del piede e della caviglia.
. Rigidità della colonna
Questa condizione è caratterizzata da una sensazione di rigidità diffusa, dove i muscoli non vengono percepiti elastici e c’è la sensazione di essere legati in maniera globale.
. Mal di testa
Si è visto una grande utilità della rieducazione posturale Mézières nei disturbi legati alla cefalea e ciò avviene poiché attraverso la continua e ripetuta messa in tensione del distretto cervicale, vi è una grande stimolazione sensoriale a livello del collo e dei centri che spesso possono indurre mal di testa e cefalea (come per esempio il trigemino).
Indicazioni e controindicazioni
Tutte le indicazioni legate ai problemi dolorosi d’origine ortopedica, traumatica, muscolare, reumatica, neurologica o nevralgica. I disequilibri delle funzioni neurovegetative, come ad esempio certi disturbi cardiaci, digestivi e respiratori, circolatori, ginecologici (7).
Le controindicazioni assolute: i primi 3 mesi di gravidanza: rischio di aborto spontaneo derivante dall’iperpressione addominale e dagli effetti potenti sulla statica pelvica e sul perineo prodotti dalle posture. Stati infettivi ed infiammatori acuti. Sindromi tumorale. Malattie degenerative del muscolo. Stati psicotici (8). Quelle relative derivano dai limiti legati alla mancanza di motivazione e dunque di partecipazione del soggetto (8).
Aforismi Mézières
La lordosi è all’origine di tutte le deformazioni
- La lordosi è la causa delle cifosi. “La cifosi esiste solo nel caso di vertebre cuneiformi; l’apparente cifosi è, in realtà, il punto di congiunzione di due lordosi.”
- La lordosi è la causa delle scoliosi. “Non ho mai visto una scoliosi che non sia originata da una retrazione della muscolatura posteriore della colonna.”
- La lordosi coesiste sempre con il blocco diaframmatico in inspirazione. “Non c’è una buona posizione delle spalle se il diaframma non è libero.”
- La lordosi deforma il capo. ” I dismorfismi si producono più spesso a partire dalla testa e non dalla base d’appoggio come tradizionalmente si pensa.”
- La lordosi deforma il torace e le spalle.
- La lordosi è sempre accompagnata da una rotazione interna degli arti inferiori.
- La lordosi si sposta sulla colonna come fa un anello su di un’asta di una tenda.
A proposito della salute
- “La salute è il risultato di una forma perfetta.” E’ impossibile riscontrare dismorfismi in una persona posturalmente perfetta.
- “Come l’orecchio riconosce le note giuste da quelle sbagliate, anche l’occhio deve distinguere la forma sana da quella dismorfica.” Questa era una frase che F. Mézières spesso usava durante la formazione dei terapeuti.
- “Il piede è lo specchio di tutte le nostre deformazioni.” Il piede riveste per F. Mézières un’importanza capitale nel recupero della forma perfetta, perchè, funzionalmente parlando, è il punto d’incontro di tutte le catene muscolari.
- “Al cimitero tutti gli scheletri si assomigliano.” Con questa frase F. Mézières intendeva spiegare che le differenze di forma nel vivente sono principalmente dovute all’azione/reazione del sistema muscolo-fasciale il quale, agendo sulle articolazioni, ne modifica la posizione.
Riferimenti bibliografici
1) Mauro Lastrico; Elena Di Loreto – “Biomeccanica muscolo-scheletrica e Metodica Mézières”
2) James R. Lackner and Paul DiZio – “Vestibular, Proprioceptive, and Haptic Contributions to Spatial Orientation” – Annual Review of Psychology, Vol. 5:115-147 (Volume publication date 4 February 2005); First published online as a Review in Advance on September 10,2004.
3) Jean Massion – “Postural control system Article in Current Opinion in Neurobiology” January 1995 DOI: 10.1016/0959-4388(94)90137-6 · Source: PubMed – French National Centre for Scientific Research: emeritus
4) J.H.J.Alluma, B.R.Bloemb, M.G.Carpenterc, M.Hulligerd, M.Hadders-Algrae
“Proprioceptive control of posture: a review of new concepts” – https://doi.org/10.1016/S0966-6362(98)00027-7
5) Lacquaniti F, Maioli C: Independent control of limb posi- .. tion and contact forces in cat posture. / Neurophysiol 1994, 72:1476-l 495.
6) Teoria, Tecnica e Didattica della Ginnastica Adattata – Università degli Studi di Brescia, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Corso di Laurea in Scienze Motorie – 2009.
7) “Il Metodo Mézières” – www.mezieres.net
8) Cittone JM – “Metodo Mézières” – Encycl. Méd. Chir. (Elsevier, Paris), Medicina Riabilitativa, 26-085-A-10, 1999, 7 p.