– Introduzione
A partire dal 17° secolo (1) il tema generale alla base di tutti gli studi sull’aumento di peso nelle popolazioni sono stati l’aumento di altezza e di peso. È probabile che questi cambiamenti siano stati dovuti a un aumento delle proteine alimentari di alta qualità (prodotti di origine animale), nonché a una maggiore disponibilità di energia alimentare totale nella dieta. Non si è assistito solo ad un aumento della disponibilità e della varietà del cibo, ma anche ad un aumento della qualità del cibo (2). L’effetto netto è che le malattie croniche, date anche dall’invecchiamento, sono diventate sempre più un problema di salute pubblica, ma sono anche diventati ampiamente disponibili trattamenti sanitari migliori. La prevalenza del diabete di tipo 2 è aumentata, ma nel complesso il tasso di mortalità cardiovascolare è diminuito. Il tasso di mortalità per tumori maligni sta diminuendo e si è registrato un notevole miglioramento della longevità e questo, probabilmente, continuerà anche nel futuro (3,4).
Il perché di questa premessa lo capirete poi, ma ora analizziamo meglio il significato intrinseco di IMC o, secondo la nomenclatura internazionale, BMI (Body Mass Index). L’Indice di Massa Corporea è costituito dal peso di una persona in chilogrammi diviso per il quadrato dell’altezza in metri: kg/m2. L’IMC non misura il grasso corporeo e secondo alcuni studi è moderatamente correlato con le misure più dirette del grasso corporeo ottenute da misurazioni dello spessore dell’epidermide, impedenza bioelettrica, densitometria o analisi idrostatica della composizione corporea, che è un metodo per determinare la composizione corporea e misura la densità corporea totale di una persona usando il principio di spostamento di Archimede (5), e attraverso la DXA (Dual X-ray Absorbitometry) e altri metodi (6,7,8).
- Quale IMC?
Nel 1993, l’OMS (Organizazione Mondiale della Sanità) o, secondo la nomenclatura internazionale, WHO (World Health Organization), ha riunito un gruppo di consultazione di esperti incaricato di sviluppare categorie uniformi dell’IMC. I risultati sono stati pubblicati come relazione tecnica nel 1995 (9).
Sono state stabilite quattro categorie:
- Sottopeso;
- Normale;
- Sovrappeso;
- Obeso.
Un individuo sarebbe stato considerato sottopeso se il suo indice di massa corporea fosse stato compreso tra 15 e 19,9, peso normale con un IMC compreso tra 20 e 24,9, sovrappeso tra 25 e 29,9 e obeso tra 30 e 35 o maggiore. Le 4 categorie sono simili a quelle suggerite da John S. Garrow nel 1981 (10), ma la terminologia è stata modificata. La terminologia che ha usato era “desiderabile” per un IMC fino a 25, “obesità di I grado” tra 25 e 29,9, “obesità di II grado”, tra 30 e 40 e “obesità di III grado” per un IMC maggiore di 40. I dati basati sulla popolazione indicavano che la maggior parte delle persone rientrava nell’intervallo “desiderabile”, come indicato nella Tabella 1.
Tabella 1: dati della classificazione di Garrow
Il “National Institutes of Health” (NIH) negli Stati Uniti, nello stesso momento, classificava le persone con un IMC di 27,8 (uomini) e 27,3 (donne) o superiore come sovrappeso, mentre se al disotto sarebbero stati considerati “normali” (11). Nel 1997, la Task Force internazionale sull’obesità ha ampliato il numero di categorie di IMC per includere diversi gradi di obesità e ha cambiato modestamente la terminologia; un IMC da 25 a 29,9 è stato indicato come “pre-obesità”, da 30 a 34,9 obesità di classe I, da 34,9 a 39,9 obesità di classe II e da 40 in su obesità di classe III (12). Nel 1998, il NIH ha ridotto il limite tra normale e sovrappeso fino a 25 per portarlo in linea con le 4 categorie delle linee guida dell’OMS e ciò ha istantaneamente convertito milioni di americani da “normali” a “sovrappeso”. La nuova terminologia sembra essere un po’ incurante del fatto che l’IMC non è una misura diretta della percentuale di massa grassa e il concetto dinamico secondo cui quelli dell’ex categoria “sovrappeso” sono ora nella categoria “pre-obesità”, che però non rientrano tra gli “obesi”. E come se, per analogia, quelli che sono stati classificati come “sottopeso”, dovrebbero ora essere definiti “pre-normali”.
Dovrebbe essere chiaro che negli studi occidentali basati sulla popolazione, in genere l’IMC medio è di circa 24 – 27; la conseguente adozione della classificazione dell’OMS fa si che circa il 50% o più della popolazione adulta generale, rientri sempre nelle categorie sovrappeso (ora pre-obese) e obese (13,14,15,16). In effetti, il termine “sovrappeso” e in particolare “pre-obesità” è pregiudizievole, poiché le persone in questa categoria sono una parte importante della distribuzione attesa dell’IMC nella popolazione generale e questo è stato così per decenni.
Indipendentemente dalla terminologia e dai problemi di riferimento categorica della popolazione, attualmente l’IMC è dunque il valore con cui definiamo il problema dell’obesità in tutto il mondo occidentale. È stato sviluppato per comodità degli epidemiologi e in effetti ha fornito una codificazione uniforme del peso corporeo per l’altezza riferita (Tabella 2).
Tabella 2: classificazione IMC
Una revisione di Nuttal del 2015 (17) ha approfondito gli aspetti legati all’IMC, attraverso un’analisi critica. L’IMC non è stato originariamente sviluppato per l’uso specifico come indice di grasso corporeo negli studi sulla popolazione, ma è stato adottato per questo uso, poiché è una misurazione che si ottiene facilmente, ma presenta seri limiti, se usato come indicatore della percentuale di massa grassa corporea e potrebbe essere fuorviante in questo senso e in particolare negli uomini. Anche la terminologia attualmente in uso è pregiudizievole per definizione, dato che la metà o più adulti del recente passato e dei giorni nostri, sono in sovrappeso o obesi, soprattutto nelle nazioni occidentali industrializzate. Anche l’attuale sistema di classificazione dell’IMC, secondo l’autore, è fuorviante per quanto riguarda gli effetti della massa grassa corporea sui tassi di mortalità. In effetti il ruolo della distribuzione del grasso nella previsione di morbilità significative dal punto di vista medico e del rischio di mortalità non viene acquisito tramite l’uso del valore IMC e inoltre, numerose comorbilità, problemi di stile di vita, genere, etnie, fattori della mortalità determinati legati all’ambito familiare, durata del tempo trascorso all’interno di una categoria di IMC, l’accumulo di grasso previsto con l’avanzare dell’età, l’identificazione di un soggetto sportivo, che per struttura corporea potrebbe avere un IMC elevato, possono influenzare significativamente l’interpretazione dei dati di IMC, in particolare riguardo ai tassi di morbilità e mortalità.
Tali fattori, nonché il noto carattere dell’obesità che coninvolge il lato famigliare, il forte ruolo dei fattori genetici nello sviluppo dell’obesità, il luogo in cui si accumula il grasso in eccesso, il suo ruolo nello sviluppo del diabete di tipo 2 e dell’ipertensione, e così via, bisognerebbe che venisse preso in considerazione prima della divulgazione di politiche di sanità pubblica progettate per essere applicate alla popolazione generale e basate esclusivamente sui dati dell’IMC.
- La realtà dei fatti
Una categorizzazione per l’IMC di un individuo non dovrebbe essere utilizzata esclusivamente nella consulenza o nella progettazione di un regime terapeutico per la perdita di peso; inoltre quando si considerano i regimi di perdita di peso, le variazioni del peso e il ciclo dietetico possono essere azzardati (18,19).
Sempre secondo Nuttal (17) attualmente ci sono 4 verità riguardanti i cambiamenti storici nel peso corporeo e la prevalenza dell’obesità nelle persone di estrazione dell’Europa occidentale:
- Sono in media più pesanti;
- Sono più alti;
- Hanno più probabilità di essere sovrappeso o obese rispetto a quelli di altre parti del mondo;
- Sono più sani e vivono più a lungo rispetto a qualsiasi periodo precedente nella storia (3,10).
L’andamento della popolazione degli Stati Uniti negli ultimi 40 anni, molti lo leggono solo come quello in cui la popolazione è in generale la “più obesa” (20), molti considerano la sovrabbondanza di cibi ricchi di calorie e trasformati, la disponibilità di bibite gassate (21) e la presenza di fast-food e grandi porzioni di cibo, come fattori fortemente patogenetici, che inducono l’obesità, o più in generale, ritengono che l’obesità sia dovuta a un approvvigionamento alimentare “tossico” o “velenoso” (22). Alcuni inoltre temono che l’aumento dell’obesità (definito dall’IMC) possa sopraffare qualsiasi incremento della salute e dell’aspettativa di vita osservato in passato e per diversi decenni (23). Nuttal (5) e altri autori con studi recenti (24, 25), non condividono questo pessimismo.
Mi sembra giusto dare un quadro ampio degli studi presentati in materia di IMC, perché il modo di porsi verso la Scienza deve essere aperto a ciò che viene proposto con criterio. Per aggiungere una curiosità c’è da dire che a parità di IMC, i neri hanno meno grasso corporeo, rispetto ai bianchi (26, 27) e gli asiatici hanno più grasso corporeo rispetto ai bianchi (28).
- Come viene calcolato l’IMC per bambini e ragazzi?
Il calcolo dell’IMC utilizzando il calcolatore del percentile dell’IMC prevede i seguenti passaggi (29):
- Misurare altezza e peso;
- Utilizzare un calcolatore di IMC per bambini e adolescenti (https://www.cdc.gov/healthyweight/bmi/calculator.html).
Dopo che è stato calcolato, l’IMC viene espresso come un percentile che può essere ottenuto ed estrapolato tramite un grafico. Poiché il peso e l’altezza cambiano durante la crescita e lo sviluppo, l’IMC di un bambino deve essere interpretato rispetto ad altri bambini dello stesso sesso e della stessa età.
Tabella 3: grafico di percentile per maschi da 2 a 20 anni
Tabella 4: grafico di percentile per femmine da 2 a 20 anni.
Per bambini e ragazzi, l’IMC non è uno strumento diagnostico e viene utilizzato per lo screening di potenziali problemi di peso e di salute. Ad esempio, un bambino può avere un indice di massa corporea elevato per età e sesso, ma per determinare se l’eccesso di grasso è un problema, un operatore sanitario dovrebbe eseguire ulteriori valutazioni (29) e queste valutazioni possono, ad esempio, includere misurazioni dello spessore dell’epidermide, valutazioni della dieta, dell’attività fisica, storia familiare e altri screening sanitari appropriati.
L’IMC viene interpretato in modo diverso per i bambini e gli adolescenti anche se viene calcolato come kg/m2. Poiché ci sono cambiamenti di peso e altezza con l’età, come con la relazione con il grasso corporeo, i livelli degli IMC tra i bambini e gli adolescenti devono essere rapportati rispetto ad altri bambini dello stesso sesso ed età. Questi percentili sono calcolati dai grafici di crescita della tabella 3 e 4, che sono basati su dati di sondaggi nazionali raccolti dal 1963-1965 al 1988-1994 (30).
L’obesità tra i 2-19 anni è tale con un IMC pari o superiore al 95° percentile di bambini della stessa età e sesso per questa “popolazione”. Ad esempio, un bambino di 10 anni di altezza media 1,45m che pesa 48kg ha un BMI di 22,9 kg/m2; ciò colloca il ragazzo nel 95° percentile per l’IMC, il che significa che il suo IMC è maggiore di quello del 95% di ragazzi di età simile ed è considerato obeso.
- Conclusione
L’IMC, come altri parametri, in realtà presenta diversi limiti e svantaggi. La divisione in categorie sacrifica, in nome della semplicità, importanti differenze, perché è chiaro che usare la stessa scala per valutare una atleta e un casalinga con comorbilità non è praticabile, senza contare le differenze legate alle etnie, come ho descritto nel testo. I professionisti della salute e del movimento non si possono quindi limitare ai soli parametri del peso e del BMI, ma dovrebbero approfondire, fare domande sul livello dell’attività fisica e sul tipo di dieta ed usare semmai l’IMC come spunto per richiedere ulteriori esami. Dunque concludo con dei dati che fanno riflettere sul futuro delle nuove generazioni e che dovrebbero spronare i governanti e l’ambito medico, i quali troppe volte si affidano ai meri dati e non applicano modelli di attività fisica seri ed efficaci e non concretizzano una reazione efficace verso l’attività fisica, che è invece necessaria al cambiamento e alla modifica della pratica sedentaria (31). Scientificamente negli anni si è visto che i bambini obesi hanno maggiori probabilità di diventare adulti obesi (32) e l’obesità negli adulti è associata a una serie di gravi condizioni di salute tra cui malattie cardiache, diabete e alcuni tumori maligni (33); per cui puntiamo sin da oggi sul domani.
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