Il sonno è un processo fisiologico essenziale con importanti funzioni di recupero e con l’età si verificano notevoli cambiamenti quantitativi e qualitativi nel sonno. Vi sono prove crescenti che indicano una riduzione della durata del sonno in concomitanza con un aumento della prevalenza dei disturbi del sonno che hanno un’influenza negativa sulla salute mentale e fisica e sulla qualità della vita, il che aumenta i costi sanitari. Ad esempio, i disturbi del sonno sembrano aumentare il rischio di depressione/ansia, malattie cardio-vascolari, ictus e mortalità complessiva. Sono stati proposti diversi interventi per attenuare la prevalenza e/o le conseguenze dei disturbi del sonno associati all’età, inclusi farmaci, cronoterapia di controllo dello stimolo, terapia di rilassamento, consigli dietetici ed esercizio fisico. Studi precedenti hanno riportato che gli interventi non farmacologici sono efficaci quanto gli interventi farmacologici, senza tenere conto degli effetti negativi correlati alla farmacologia. In questo senso, è stata suggerita una relazione bidirezionale tra attività fisica e sonno. L’esercizio è promettente come intervento non farmacologico per gli adulti con sonno di scarsa qualità con sonno disordinato.
Una precedente revisione sistematica ha riportato che l’esercizio fisico fornisce come risultato un effetto positivo sulla qualità del sonno diminuendo la latenza del sonno e l’uso di farmaci per il sonno negli adulti sui 40 – 65 anni e negli anziani. L’esercizio d’intensità moderata (allenamenti sia aerobici, che basati sulla forza) ha mostrato effetti positivi sulla qualità del sonno negli adulti e nei giovani. Una revisione sistematica condotta da Yang et al. ha osservato che la partecipazione a un programma di esercizi (aerobici a intensità moderata ed esercizi di forza) ha avuto effetti positivi sulla qualità del sonno negli adulti di e negli anziani.
L’allenamento a intervalli ad alta intensità (HIIT) è diventato una nuova modalità di allenamento negli ultimi anni, ma la sua influenza sulla qualità del sonno non è stata ampiamente studiata. Non ci sono abbastanza studi che hanno studiato gli effetti dell’allenamento a intervalli ad alta intensità sui parametri di qualità del sonno.
Una nuova tendenza all’allenamento, a volte accoppiata all’HIIT, è l’elettro-mio-stimolazione di tutto il corpo (WB-EMS), una metodologia di allenamento che stimola tra 14 e 18 regioni o tra 8 e 12 diversi gruppi muscolari, coprendo un’area con gli elettrodi di 2.800cm Tuttavia poco si sa circa gli effetti sui parametri fisiologici. Non ci sono studi che valutano gli effetti di questi due nuovi metodi di allenamento (HIIT e WB-EMS) di tutto il corpo sulla qualità e quantità del sonno adulti sedentari. Inoltre mancano studi che confrontino l’influenza di diversi programmi di allenamento (ad esempio allenamento simultaneo [combinazione di allenamento di resistenza e forza] vs HIIT vs HIIT + WB-EMS) sulla qualità e quantità del sonno negli adulti sedentari.
Questo studio mirava a valutare gli effetti di diversi programmi di allenamento fisico, sui parametri di qualità e quantità del sonno, negli adulti sedentari tra i 40 e i 60 anni, ipotizzando che tutti i programmi di allenamento miglioreranno la qualità e la quantità del sonno, con miglioramenti maggiori nel gruppo HIIT-EMS. Gli autori hanno anche mirato a studiare quali covarianze potrebbero spiegare i cambiamenti osservati nei parametri di qualità e quantità del sonno.
Metodi
Partecipanti
Ottanta adulti (40 donne, 40 uomini), di età compresa tra 45 e 65 anni, sono stati arruolati nello studio FIT-AGING, uno studio controllato randomizzato basato sull’esercizio (clini caltr ial.gov: ID: NCT03334357), i partecipanti sono stati reclutati dalla provincia di Granada (Spagna) utilizzando social network, media locali e poster. Le persone interessate sono state sottoposte a screening tramite telefono e/o e-mail. Nei criteri d’inclusione dovevano riferire di essere sedentari (cioè<20 minuti di attività fisica di moderata intensità su 3g/ sett. negli ultimi 3 mesi) e di aver mantenuto un peso stabile negli ultimi 6 mesi. Tutti i partecipanti hanno riferito di essere esenti da malattie, in gravidanza o in allattamento, di non assumere alcun farmaco e/o di non avere una grave malattia che limiterebbe la capacità di svolgere il programma. Lo studio è stato approvato dal Comitato Etico per la Ricerca Umana presso l’Università di Granada e “Servicio Andaluz de Salud” (CEI-Granada) [0838-N-2017] e tutti i partecipanti hanno firmato un consenso informato. Il protocollo di studio e il progetto sperimentale sono stati applicati in conformità con le ultime linee guida etiche riviste della Dichiarazione di Helsinki. Tutti gli esami di base e di follow-up sono stati eseguiti nella stessa struttura (Instituto Mixto Universitario Deporte y Salud [iMUDS] dell’Università di Granada)
Lo Studio
È stato condotto uno studio controllato randomizzato di 12 settimane con gruppi paralleli seguendo le linee guida CONSORT (Consolidated Standards of Reporting Trials )12 (Tabella S1). Lo studio è stato condotto tra i mesi di settembre e dicembre 2016 e 2017. Dopo l’esame di base, i partecipanti sono stati randomizzati utilizzando una semplice randomizzazione generata dal computer a quattro diversi gruppi:
- Gruppo di controllo (nessun esercizio),
- Gruppo PAR (allenamento combinato, aerobico e forza)
- Gruppo HIIT;
- Gruppo HIIT-EMS.
L’assegnazione di randomizzazione del partecipante è stata ignorata dal personale addetto alla valutazione. A tutti i partecipanti è stato chiesto di mantenere le abitudini alimentari. Agli individui assegnati al gruppo di controllo è stato inoltre richiesto di non modificare le proprie abitudini di attività fisica o di impegnarsi in alcun tipo di programma di allenamento. Gli individui nei gruppi di esercizi sono stati istruiti a non eseguire esercizi aggiuntivi rispetto ai loro programmi
Modalità di allenamento
I partecipanti al gruppo PAR hanno eseguito un allenamento simultaneo basato sull’attività fisica minima raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. La frequenza del gruppo PAR era 3gg/sett., il volume di allenamento era 150min./sett. al 60%-65% della FC di riserva per l’allenamento di resistenza e circa 60min./sett., a un 40%-50% di 1RM (1 ripetizione massimale) per l’allenamento di forza. Gli esercizi programmati per la sezione di allenamento di resistenza erano tapis roulant, cicloergometro ed ellittica. Inoltre delle macchine pneumatiche e guidate sono state utilizzate nella sezione di allenamento di forza (cioè squat, distensione su panca, dead lift o lateral pull down).
Il gruppo di allenamento HIIT ha svolto un programma caratterizzato da sforzi brevi e intermittenti di attività vigorosa, intervallati da periodi di recupero durante esercizi passivi o di bassa intensità. In particolare sono state svolte due sedute a settimana, con due diversi protocolli complementari:
- allenamento HIIT con intervalli lunghi (sessione di tipo A);
- allenamento HIIT con intervalli brevi (sessione di tipo B).
Il volume di allenamento era di 40-65 min./sett. > 95% del massimo assorbimento di ossigeno nella seduta di tipo A e > 120% del massimo assorbimento di ossigeno nella seduta di tipo B. È stato scelto un tapis roulant con una pendenza personalizzata per la seduta di tipo A e otto esercizi di carico in forma di circuito (cioè squat, dead lift, knees up, talis up, push up, row, side plank e plank) per la seduta B.
Il gruppo di allenamento HIIT che aggiungeva WB-EMS ha eseguito un programma di allenamento che seguiva la stessa struttura dell’HIIT (volume, intensità, frequenza di allenamento, tipo di esercizio e sedute di allenamento) con l’aggiunta degli impulsi. L’impulso elettrico bipolare, simmetrico e rettangolare è stato applicato con a) una frequenza di 15-20 Hz nelle sedute di tipo A e di 35-75 hertz nelle sedute di tipo B; b) un’intensità di 100 mA nelle sedute di tipo A e 80 mA nelle sedute di tipo B; c) un’ampiezza dell’impulso di 200-400 µsec; d) un ciclo di lavoro (rapporto tra il tempo di attivazione e il tempo di ciclo totale: % ciclo di lavoro =100 /[tempo totale/tempo di attivazione]) del 99% nelle sedute di tipo A e del 50%-63% nelle sedute di tipo B. È stato utilizzato un dispositivo di elettromio-mio-stimolazione prodotto da Wiemspro®.
Tutte le sedute sono iniziate con un riscaldamento dinamico standardizzato che includeva esercizi di mobilità generale e si sono concluse con un protocollo di defaticamento (stretching globale attivo), che ha alternato cinque esercizi per la catena posteriore, con cinque esercizi per la catena anteriore. Ciascun gruppo di allenamento ha seguito una progressione graduale per controllare la dose di esercizio e tutte le sedute sono state eseguite in gruppo sotto la supervisione di un laureato in scienze dello sport. Gli allenamenti si sono svolti in una palestra ariosa, ben illuminata e ben attrezzata dell’iMUDS dell’Università di Granada (Spagna). Il livello di partenza è stato individuato in ogni gruppo di allenamento e tutte le modalità di allenamento sono state erogate come previsto. La partecipazione alle sedute è stata registrata quotidianamente e i partecipanti sono stati contattati in caso di seduta mancante per chiedere il motivo e motivarli a recuperarla in una seduta alternativa. Un laureato in scienze dello sport ha fornito consulenza generale al gruppo di controllo attraverso un incontro informativo. Sono stati istruiti a mantenere il loro stile di vita e a non prendere parte ad alcun programma di allenamento durante il periodo dello studio.
Valutazione della qualità e della quantità del sonno
La qualità e la quantità del sonno sono state valutate prima (settembre) e dopo (dicembre) il programma di allenamento (settimana 12) utilizzando la scala del Pittsburgh Sleep Quality Index (PSQI ) e stime basate sull’accelerometro, uno strumento di autovalutazione che consiste in una scala di 19 elementi che fornisce sette punteggi componenti (intervalli da 0 a 3):
- qualità del sonno soggettiva (da molto buona a molto cattiva);
- latenza del sonno (da ≤15 a > 60minuti);
- durata del sonno (da ≥7 a < 5ore);
- efficienza del sonno (da ≥85% a <65% ore di sonno/ore a letto);
- disturbi del sonno (non durante l’ultimo mese a ≥3 volte a settimana);
- uso di farmaci per dormire (da nessuno a ≥ 3 volte a settimana);
- disfunzione diurna (da non un problema, a un problema molto grande), con un punteggio globale totale compreso tra 0 a 21.
Un punteggio globale PSQI superiore a 5 indica una scarsa qualità del sonno. Le caratteristiche oggettive dei cicli sonno-veglia sono state monitorate con un accelerometro da polso (ActiSleep, ActiGraph) per 7 giorni consecutivi (24 ore al giorno). I partecipanti hanno ricevuto informazioni dettagliate su come indossare l’accelerometro e gli è stato chiesto di rimuoverlo solo per le attività acquatiche. Hanno anche registrato le volte in cui andavano a letto ogni sera e la sveglia di ogni mattina e hanno rimosso il dispositivo durante il giorno. Gli accelerometri utilizzavano una durata di 5 secondi e una frequenza di 100Hz per memorizzare le accelerazioni “grezze”. Le accelerazioni “grezze” sono state esportate in formato “.csv” utilizzando il software ActiLife v. 6.13.3 (ActiGraph) ed elaborate utilizzando il Pacchetto GGIR (v. 1.6-0, https://cran.r-proje ct.org/web/packa ges/GGIR/index.html) 20 in R (v.3.1.2, https: //www.cran .r-proje ct.org/). Gli autori ne hanno derivato la Norma Euclidea Minus One G (ENMO) come √ (x2 + y2 + z2) −1G (dove 1G ~ 9.8m/s2) con valori negativi arrotondati a zero per descrivere l’attività fisica e l’angolo z dell’accelerometro per descrivere i modelli di sonno. Gli autori hanno utilizzato un file algoritmico che combina i dati degli accelerometri e i rapporti del diario per rilevare il tempo del periodo di sonno. Secondo questo algoritmo, il sonno è stato definito come qualsiasi periodo di inattività sostenuta, in cui c’erano variazioni minime nell’angolo del braccio (cioè fino a 5 gradi per periodi di 5 minuti), durante un periodo registrato come sonno dal partecipante nei rapporti del diario. Sono state analizzate le seguenti variabili: tempo di sonno totale (minuti di sonno tra l’ora di andare a dormire e l’ora di sveglia), efficienza del sonno (percentuale di tempo di sonno reale mentre si è a letto) e veglia dopo l’inizio del sonno (minuti di veglia tra l’inizio del sonno e l’ora della sveglia). Da notare che solo i partecipanti che indossavano gli accelerometri per ≥ 16h/gg durante almeno 4 giorni (incluso almeno 1 giorno del fine settimana) sono stati inclusi nelle analisi. Covariate: gli autori hanno valutato la composizione antropometrica e corporea attraverso l’assorbimetria a raggi X a doppia energia. La capacità cardiorespiratoria è stata valutata attraverso un test di esercizio massimale su tapis roulant seguendo il protocollo Balke modificato ed è stato utilizzato un dinamometro digitale per valutare la forza della presa della mano. Hanno raccolto campioni di sangue e misurato i livelli di somatotropina. Undici partecipanti sono stati “persi” al follow-up (gruppo di controllo: 5; PAR: 3; HIIT: 2; HIIT-EMS: 1). I dati di PSQI sono stati “persi” in sei partecipanti. Un totale di 63 partecipanti sono stati inclusi nell’analisi per PSQI e 69 per risultati oggettivi del sonno.
I partecipanti hanno partecipato al 98,7% delle loro sedute di esercizio, non si sono verificati eventi avversi durante le sedute di esercizio. Quando si confrontano i cambiamenti all’interno del gruppo, tutti i gruppi hanno mostrato un punteggio globale PSQI inferiore nella misurazione finale rispetto al basale (4,81 ± 3,85 vs 3,06 ± 2,57, P= 0,013; 5,47 ± 3,74 vs 3.53 ± 2.53, P=.003; 5.56 ± 2.73 vs 3.44 ± 2.58, P=.022; per PAR, HIIT e HIIT-EMS, rispettivamente), mentre non sono state osservate differenze nel gruppo di controllo. Il gruppo HIIT-EMS ha mostrato un tempo di sonno totale significativamente più alto (338,21 ± 47,97 vs 388,83 ± 37,16 minuti, P=.004), una maggiore efficienza del sonno (82,66 ± 6,83% vs 87,98 ± 3,76% , P=.004) e una veglia inferiore dopo l’inizio del sonno (72,03 ± 30,82 vs 54,46 ± 19,39 minuti, P=.016) dopo il programma d’intervento rispetto alla linea di base, mentre nessuna differenza significativa è stata trovata nel gruppo di controllo, nel gruppo PAR e nel gruppo HIIT, dopo il programma (tutti P>.084). Nessuna differenza statisticamente significativa è stata trovata all’interno del gruppo nelle variabili di punteggio globale PSQI, tempo di sonno totale, efficienza del sonno e risveglio dopo l’inizio del sonno dopo lo studio tra i quattro gruppi, quando abbiamo sono state eseguite analisi post hoc (tutte P> .096), né controllando per sesso, né età (tutte P>.053). Quando è stato incluso sia il sesso, che l’età nel modello, l’efficienza del sonno diventa significativa (F= 2,828, P=.047, η2=.138), mentre non sono state osservate differenze statisticamente significative nelle restanti variabili (tutte P>.070). Tutti i risultati precedenti persistevano quando venivano incluse modifiche a LMI e FMI nel modello. Non c’erano differenze tra i gruppi nel punteggio globale PSQI, tempo di sonno totale, efficienza del sonno e veglia dopo l’inizio del sonno (tutti P>.05). Il gruppo HIIT ha ridotto significativamente il punteggio della componente soggettiva della qualità del sonno nella misurazione finale rispetto alla base (P=.007). Il gruppo PAR ha ridotto significativamente il punteggio della componente di latenza del sonno nella misurazione finale rispetto alla base (P=.007). Tutti i gruppi hanno ridotto significativamente il punteggio della componente della durata del sonno nella misurazione finale rispetto alla base (P=.025; P= .023; P=.002; P=.001 per il gruppo di controllo; gruppo PAR; gruppo HIIT e gruppo HIIT-EMS, rispettivamente). Non è stata trovata alcuna interazione di gruppo nel tempo × in alcun punteggio della componente PSQI (tutti P>.391). Non sono state osservate differenze intergruppo statisticamente significative in tutti i punteggi delle componenti PSQI quando sono state eseguite le analisi post hoc (tutti P>.05). Il punteggio della componente della latenza del sonno diventa significativo quando s’include l’età (F= 3.384, P=.024, η2=.156) e sia il sesso, che l’età (F=3.308, P=.027, η2=.155) nel modello. Non sono state osservate differenze nei restanti punteggi dei componenti PSQI quando abbiamo è stato incluso il sesso, l’età o entrambi nel modello (tutti P>.088). Non c’erano differenze tra i gruppi nei punteggi dei componenti PSQI (tutti P>.05). Negli uomini, i gruppi PAR e HIIT-EMS hanno mostrato un tempo di sonno totale significativamente più alto dopo il programma rispetto al basale, mentre non sono state osservate differenze nelle donne in nessun gruppo dopo il programma, rispetto alla base (tutti P>.164). Non sono state osservate associazioni tra i cambiamenti nella qualità del sonno e parametri di quantità e variazioni dell’ormone della crescita, parametri di composizione corporea (massa grassa, massa muscolare e densità minerale ossea) e parametri di forma fisica (fitness cardiorespiratorio e forza muscolare). In generale le analisi di sensibilità hanno corroborato i risultati ottenuti dall’analisi per protocollo.
Discussione
I risultati principali di questo studio sono stati che:
- Tutti i programmi di allenamento(PAR, HIIT e HIIT-EMS) hanno migliorato il punteggio globale PSQI negli adulti sedentari;
- HIIT-EMS era l’unico gruppo che ha migliorato la qualità e la quantità del sonno oggettivo rispetto ai livelli basali (cioè tempo di sonno totale, efficienza del sonno e veglia dopo l’inizio del sonno);
- Non sono state osservate differenze statistiche tra diversi gruppi in alcun parametro di qualità e quantità del sonno (né soggettivo, né oggettivo);
- Gli uomini, ma non le donne, dei gruppi di esercizi hanno migliorato il tempo totale di sonno dopo il programma.
- Tutti i gruppi di allenamento hanno migliorato il punteggio globale PSQI, PAR (−34,77%), HIIT (−34,85%) e HIIT-EMS (−40,71 %), rafforzando quindi la qualità soggettiva del sonno.
Dolezal et al. in una recente revisione sistematica hanno dimostrato che l’esercizio aumenta la qualità del sonno soggettivo indipendentemente dalla modalità e dall’intensità dell’attività. I nostri risultati concordano con una precedente meta-analisi che ha rivelato che l’allenamento fisico apporta beneficio sulla qualità del sonno negli adulti di mezza età, indicato dalla diminuzione del punteggio globale PSQI. Una precedente revisione meta-analitica ha ipotizzato che i meccanismi attraverso un programma di esercizi potrebbero migliorare la qualità del sonno percepita, potrebbero esserci cambiamenti della temperatura corporea, cambiamenti dell’umore, variazioni della FC e della variabilità della FC, secrezione dell’ormone della crescita, miglioramento della forma fisica e miglioramenti della composizione corporea, tra gli altri. Pertanto la prescrizione dell’esercizio fisico potrebbe aiutare a migliorare la percezione della qualità del sonno negli adulti sedentari di mezza età. Tuttavia, sebbene senza differenze significative, i gruppi PAR e HIIT hanno mostrato differenze clinicamente rilevanti nel tempo di sonno totale (3,48% e 4,96%, riobiettivo).
Il gruppo HIIT-EMS ha mostrato un miglioramento del 14,9% nel tempo di sonno totale, del 6,4% nell’efficienza del sonno e del -24,4% nella veglia dopo l’inizio del sonno, migliorando quindi la qualità oggettiva del sonno. Questi miglioramenti potrebbero essere correlati a diversi meccanismi fisiologici:
- La stimolazione muscolare elettrica (EMS) produce una maggiore risposta dell’ormone della crescita rispetto all’esercizio volontario, oltre alle contrazioni muscolari volontarie, che possono stimolare il sonno con movimenti rapidi degli occhi;
- L’EMS migliora i parametri di composizione corporea (massa grassa, massa muscolare e densità minerale ossea), il che può migliorare la qualità del sonno;
- L’EMS migliora la forma fisica, il che potrebbe migliorare la qualità del sonno.
Non abbiamo osservato l’associazione tra cambiamenti nei parametri di qualità del sonno e cambiamenti nell’ormone della crescita, parametri di composizione corporea (massa grassa, massa muscolare e densità minerale ossea) e parametri di idoneità fisica (fitness cardiorespiratorio e forza muscolare). Ci sono anche altri meccanismi plausibili che non sono stati controllati nel presente studio: la stimolazione muscolare elettrica aumenta il fattore neurotrofico derivato dal cervello (BDNF) nei ratti, i cui livelli sono associati alla qualità del sonno. La stimolazione muscolare elettrica sposta il profilo delle citochine verso l’antinfiammazione, che può avere un effetto positivo sulla qualità del sonno e la stimolazione muscolare elettrica ha determinato un aumento dell’affaticamento del sistema nervoso centrale, che potrebbe migliorare la qualità del sonno.
Nello studio non sono state trovate differenze tra nessun gruppo in nessun parametro di qualità del sonno, sebbene tutti e tre i gruppi di allenamento abbiano migliorato i loro valori di base, mentre il gruppo di controllo no. I risultati concordano con altri studi che hanno dimostrato che i benefici dell’esercizio nei parametri della qualità del sonno sono indipendenti dal tipo di esercizio, dall’intensità dell’esercizio e dalla durata dell’esercizio. Tuttavia la mancanza di differenze tra i gruppi potrebbe essere dovuta anche alle persone che hanno partecipato al test. È noto che ci sono differenze di sesso nella qualità del sonno, a causa delle differenze nella fisiologia tra i sessi come gli ormoni e i cicli mestruali. Queste differenze possono spiegare il fatto che le donne non hanno migliorato il tempo totale di sonno dopo il programma, principalmente a causa delle differenze nella fisiologia dell’esercizio tra uomini e donne. Ad esempio, le donne hanno minori guadagni di massa muscolare, minore fitness cardiorespiratoria o minore forza muscolare tra gli altri. Inoltre i benefici dell’esercizio fisico sembravano essere più forti per gli uomini rispetto alle donne nei parametri del sonno. Nelle donne i ricercatori hanno controllato lo stato della menopausa (pre o post-menopausa), al fine di evitare il possibile fattore confondente degli ormoni femminili e i risultati sono rimasti.
Dovrebbero essere riconosciute diverse limitazioni. In primo luogo, i risultati non possono essere estrapolati ad altre popolazioni di studio, perché i partecipanti erano adulti sedentari di mezza età. In secondo luogo, la mancanza dei parametri ematici sopra menzionati (come il BDNF o il profilo delle citochine) non consente di confermare che i benefici dell’esercizio sulla qualità del sonno siano dovuti ai meccanismi proposti. Infine la dimensione del campione era relativamente piccola. Sono necessari ulteriori studi che includano i meccanismi plausibili (BDNF, infiammazione, ecc.).
Questo è il primo studio che mostra che l’allenamento HIIT-EMS potrebbe essere uno strumento efficace per migliorare la qualità del sonno negli adulti sedentari di mezza età. In questo senso l’HIIT-EMS potrebbe essere posizionato come alternativa agli interventi farmacologici per adulti con scarsa qualità del sonno o disturbi del sonno. In questo senso, l’HIIT-EMS non ha mostrato alcun effetto negativo, rafforzandolo rispetto ai trattamenti farmacologici. Futuri studi longitudinali sono giustificati per confermare questi risultati.
In conclusione gli autori mostrano che diverse metodologie di allenamento all’esercizio hanno indotto un miglioramento della qualità soggettiva del sonno negli adulti sedentari di mezza età. Inoltre è stato osservato un miglioramento significativo dei parametri oggettivi di qualità e quantità del sonno (tempo totale di sonno, efficienza del sonno e veglia dopo l’inizio del sonno) nel gruppo HIIT-EMS dopo 12 settimane di esercizio. Tuttavia sono necessari ulteriori studi per confermare i risultati osservati in individui con caratteristiche simili e differenti, poiché la dimensione del campione era relativamente piccola.
Tratto da: Jurado-Fasoli L., De-la-O A., Molina-Hidalgo C., Migueles J.H., Castillo M.J., Amaro-Gahete F.J. – Exercise training improves sleep quality: A randomized controlled trial, European Journal of Clinical Investigation 2020; 22 January 2020 DOI: 10.1111/eci.13202