I livelli di attività fisica tendono ad essere bassi tra gli adulti con obesità e, in generale, molte persone che intendono fare esercizio hanno difficoltà a tradurre queste intenzioni in comportamenti effettivi. Delle evidenze recenti suggeriscono che l’ora del giorno in cui l’esercizio viene eseguito entro le 24 ore (“tempo di esercizio”) può essere sfruttata per facilitare il cambiamento verso la pratica di esercizio fisico e migliorare la gestione del peso tra gli adulti con obesità.
Orari di pratica costante e in particolare esercizi mattutini, possono facilitare livelli di esercizio maggiori, migliorando la pianificazione, promuovendo l’abitudine all’esercizio e migliorando l’autoregolamentazione.
L’esercizio mattutino può anche aumentare la perdita di peso indipendentemente dai livelli di attività fisica quotidiana e diversi processi comportamentali e fisiologici (ad esempio, orario di alimentazione modificata, influenze circadiane) possono essere alla base di tali effetti.
Mese: Novembre 2020
L’affaticamento dei muscoli respiratori altera le prestazioni del ciclismo e l’affaticamento dei muscoli locomotori
Le contrazioni intense e ripetute del muscolo scheletrico possono portare a una riduzione temporanea della capacità del muscolo di generare forza, cioè ad affaticamento muscolare, come accade nel ciclismo. Più specificatamente l’affaticamento muscolare è stata dimostrato alla fine dell’esercizio ad alta intensità, suggerendo che esista una “soglia critica” di fatica che limiti le prestazioni all’esercizio. Prevenire il superamento di questa soglia critica da parte dei muscoli locomotori, diminuisce l’output motoneuronale e la produzione di energia durante l’esercizio respiratorio. Nello studio è dimostrato che l’affaticamento muscolare respiratorio altera la percezione sensoriale durante l’esercizio, portando a una diminuzione della potenza. La riduzione della produzione di energia durante l’esercizio globale diminuisce la perturbazione metabolica e attenua l’affaticamento dei muscoli locomotori. Questi risultati indicano che il sistema respiratorio influenza il limite di tolleranza sensoriale ed è parte integrante di un ciclo di feedback globale che regola la prestazione fisica e lo sviluppo dell’affaticamento muscolare locomotore.
L’influenza della larghezza del centro sci e della fatica sulla stabilità dell’articolazione del ginocchio e sull’equilibrio dello sciatore
Lo sci alpino è uno sport complesso che richiede un alto livello di controllo motorio ed equilibrio. In generale, gli sciatori sono soggetti all’aumento della fatica dovuto all’uso di attrezzature inadeguate. Di conseguenza, il rischio di lesioni potrebbe aumentare. Lo studio di Zorko e altri ha esaminato l’influenza della fatica e della larghezza dello sci sulla stabilità dell’articolazione del ginocchio e sull’equilibrio dello sciatore. È stata condotta una simulazione dello sci in laboratorio in una posizione di rotazione degli sci quasi statica in cui la cinematica degli arti inferiori è stata registrata utilizzando un sistema ottico e i parametri che determinano l’equilibrio sono stati catturati utilizzando una piastra di forza. È stato dimostrato che la cinematica dell’articolazione del ginocchio e l’equilibrio dello sciatore sono stati ostacolati nello stato di affaticamento, così come quando si utilizzavano sci con un centro molto grande. I risultati dello studio suggeriscono di evitare l’aumento dello stato di affaticamento e l’uso di sci larghi al centro, mentre si scia su superfici dure, per ridurre il rischio di lesioni.