L’American Heart Association e l’American College of Cardiology hanno raccomandato l’attività fisica e la gestione del peso come prevenzione dagli eventi di malattie cardiovascolari (CVD) (1,2). Dati estesi da studi di riabilitazione cardiaca hanno mostrato la possibilità e i benefici di migliorare la forma fisica e perdere peso in coloro che sono affetti da CVD (3). Jakicic et al. (4) hanno mostrato che tra la coorte “Look AHEAD” che ha apportato cambiamenti sullo stile di vita, quelli con una storia auto-riferita di CVD hanno migliorato il fitness cardiorespiratorio in modo significativo dopo meno di 1 anno rispetto a quelli senza storia di CVD. Tuttavia, tranne questo primo rapporto “Look AHEAD”, nessuno studio ha valutato se gli adulti in sovrappeso o obesi con diabete ed evidenze o anamnesi di CVD possano migliorare il fitness in modo simile a quelli senza CVD. Inoltre non è chiaro se sia possibile ottenere una perdita di peso simile tra individui con e senza una storia di CVD, nonostante le raccomandazioni cliniche che indichino che la perdita di peso può ridurre i fattori di rischio di CVD. Allo stesso modo non è noto se un test di tolleranza graduale all’esercizio (GXT) prima di eseguire dell’attività fisica, influirà sulla perdita di peso o sul miglioramento del fitness cardiorespiratorio che si verifica durante un programma d’intervento allo stile di vita. Lo studio Look AHEAD offre un’opportunità unica per esaminare queste domande. In “Look AHEAD”, i partecipanti in sovrappeso/obesi sono stati assegnati in modo casuale a un intervento intensivo sullo stile di vita (ILI) o a un gruppo di controllo (supporto ed educazione al diabete, o DSE) e seguiti nel tempo. A 4 anni, il gruppo ILI ha avuto una maggiore perdita di peso e maggiori miglioramenti nella forma fisica rispetto al DSE. Tuttavia la questione se una storia di CVD o una GXT anormale di pre-partecipazione, influenzi il cambiamento di peso o l’idoneità cardiorespiratoria raggiunta in risposta a un intervento comportamentale focalizzato sulla perdita di peso e sull’attività fisica, non è stata precedentemente esaminata. Questi risultati possono fornire informazioni sulle caratteristiche dei pazienti con diabete di tipo 2 che possono influenzare la risposta a un programma completo di gestione comportamentale del peso. Inoltre questi risultati possono essere importanti per i medici e altri operatori sanitari quando si valuta se un intervento sullo stile di vita incentrato sulla perdita di peso e sull’attività fisica sia appropriato per le persone con una storia di CVD o con la presenza di anomalie su un GXT di pre-partecipazione.
Metodi
– Partecipanti
Look AHEAD è registrato su ClinicalTrials.gov (NCT00017953). Look AHEAD ha arruolato 5145 partecipanti di età compresa tra 45 e 76 anni con diabete di tipo 2 e con indice di massa corporea ≥25 kg/m2 ( ≥ 27 kg/m2, se sua insulina). Il consenso informato è stato ottenuto da ogni partecipante prima dello screening. Il protocollo di studio è stato approvato dal comitato di revisione istituzionale di ciascun centro e dall’Istituto nazionale di diabete e malattie digestive e renali.
– Valutazione del fitness cardiorespiratorio
Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a un GXT massimale sintomo-limitato prima della randomizzazione per valutare la forma fisica di base ed escludere controindicazioni all’esercizio d’intensità moderata. I partecipanti sono stati inoltre sottoposti a GXT submassimali dopo 1 e 4 anni nello studio. I GXT massimali e sottomassimali sono stati descritti altrove (4,8). Per procedere dalla GXT di base alla randomizzazione, il partecipante deve aver raggiunto almeno l’85% della frequenza cardiaca massima prevista (FCmax= 220 – età) e un carico di lavoro calcolato di almeno 4 equivalenti metabolici (MET). Per i partecipanti che assumevano un farmaco β-bloccante, è stato richiesto un RPE di almeno 18 sulla scala della categoria Borg, piuttosto che i criteri della frequenza cardiaca. Il punto di arresto predeterminato per ogni test submassimale condotto a 1 e 4 anni è stato almeno l’80% della frequenza cardiaca massima prevista, se non si assumeva un farmaco β-bloccante o RPE di almeno 16 sulla scala Borg, se si assumeva un β-bloccante. Il fitness cardiorespiratorio è stato definito dal livello MET stimato in base al carico di lavoro del tapis roulant (cioè velocità e grado di pendenza). Come descritto in precedenza, per calcolare la variazione del fitness cardiorespiratorio, il livello MET al punto di conclusione del test per la GXT sottomassimale (80% FCmax prevista se non si assume un farmaco β-bloccante o RPE di almeno 16 sulla scala Borg se prendendo un β-bloccante) è stato confrontato con il livello MET raggiunto allo stesso punto submassimale dalla linea GXT di base come descritto in precedenza (4,8) (vedere Diapositive, Contenuto digitale supplementare 1, che illustrano le procedure per il calcolo della variazione fitness dal basale, utilizzando un test di esercizio massimale, al follow-up, utilizzando un test di esercizio submassimale: http://links.lww.com/TJACSM/A109). Per valutare la frequenza cardiaca e il ritmo durante la determinazione di una GXT anormale, la frequenza cardiaca è stata determinata da elettrocardiogrammi stampati a 12 derivazioni, ottenuti durante gli ultimi 10 secondi di ogni minuto, immediatamente al termine del test e ogni 2 minuti di recupero.
– Criteri per il GXT anormale
Un GXT anormale inizialmente è stato definito in base a criteri associati al rischio di eventi cardiovascolari acuti correlati all’esercizio o mortalità per CVD. Test anormali hanno mostrato evidenza di ischemia (depressione del tratto ST di ≥1,0 mm), aritmie ventricolari (fibrillazione ventricolare, tachicardia ventricolare, serie di almeno tre contrazioni ventricolari premature o blocco di branca indotto dall’esercizio), angina indotta dall’esercizio, anormale risposta emodinamica (recupero della frequenza cardiaca (HRR) < 22 bpm dopo 2 minuti dall’esercizio) o ridotta capacità di esercizio (IEC; carico di lavoro massimo raggiunto <5 MET) (9). I partecipanti con risultati GXT anormali sono stati esclusi dallo studio o indirizzati al proprio medico per la valutazione, dopodiché alcuni sono stati successivamente autorizzati alla partecipazione allo studio.
– Definizione della storia della CVD
All’inizio ai partecipanti è stato chiesto informazioni su qualsiasi storia di infarto miocardico, ictus, attacco ischemico transitorio, innesto di bypass coronarico, angioplastica/stent coronarico, endoarteriectomia carotidea, angioplastica degli arti inferiori, riparazione di aneurisma aortico o insufficienza cardiaca. Qualora il partecipante avesse riportato una storia di uno qualsiasi di questi eventi o condizioni, si è ritenuto che avesse una storia di CVD. Se si sono verificati eventi CVD entro 3 mesi prima dello screening, al partecipante è stata offerta l’opportunità di ripetere lo screening entro 3 mesi o è stato escluso prima della randomizzazione.
– Valutazione del peso corporeo
Il peso è stato misurato ogni anno in duplicato su una bilancia digitale e la variazione è stata data dal peso d’esame, meno il peso iniziale.
– Interventi
L’intervento è stato descritto in dettaglio altrove (6,10,11), ma , in breve, ogni partecipante a ILI (intervento intensivo sul cambiamento dello stile di vita) ha avuto contatti settimanali, in una combinazione di sedute di gruppo e individuali, con un professionista del movimento e della salute per i primi 6 mesi, tre volte al mese per i 6 mesi successivi e almeno mensilmente fino quarto anno. I partecipanti sono stati incoraggiati ad aderire a una dieta ipocalorica (1200-1800 kcal/d) con <30% di calorie da grassi, <10% da grassi saturi e ≥15% da proteine e aveva un obiettivo di perdita di peso del 10%. Sono stati anche incoraggiati a fare esercizio per almeno 175 minuti/settimana all’intensità di camminata veloce e hanno ricevuto supporto nella risoluzione dei problemi, nella definizione degli obiettivi e nell’auto-monitoraggio per raggiungere questi obiettivi.
Il gruppo DSE (supporto ed educazione al diabete) ha svolto tre sedute educative all’anno incentrate su dieta, attività fisica e supporto relativo ai comportamenti sociali e quotidiani, ma non sono stati dati obiettivi di perdita di peso, nutrizione o attività fisica, né è stato fornito un supporto specifico per i cambiamenti comportamentali (12).
– Metodi statistici
Le distribuzioni delle caratteristiche di base selezionate e delle anomalie GXT per i partecipanti raggruppati per assegnazione sono state confrontate utilizzando χ2 test e t-test. I modelli a effetti misti sono stati adattati alle variazioni longitudinali di peso e forma fisica utilizzando la massima probabilità (13). Questo approccio utilizza tutti i dati raccolti durante i 4 anni di follow-up ed evita l’ipotesi che i dati manchino completamente ad ogni caso (13). È stato utilizzato i test di Wald per valutare le differenze tra i partecipanti raggruppati per assegnazione con la presenza di anomalie GXT o storia di CVD, come predittori nei modelli. I contrasti lineari sono stati utilizzati per stimare le differenze medie al quarto anno per riassumere le dimensioni degli effetti da questi modelli. I partecipanti sono stati raggruppati in base all’assegnazione in tutte le analisi (cioè, intenzione al trattamento), indipendentemente dall’aderenza.
Risultati
Questa analisi include i 5011 (97,4%) partecipanti per i quali sono stati resi disponibili dati sul peso e sulla forma fisica all’inizio e ad almeno una visita annuale per il follow-up. Le caratteristiche di base del sottoinsieme incluso in questa analisi sono mostrate nella Tabella 1 (https://journals.lww.com/acsm-tj/Fulltext/2020/10150/Abnormal_Exercise_Test_or_CVD_History_on_Weight.9.aspx.). Tutte le variabili sono bilanciate dall’assegnazione dell’intervento. Come mostrato nella Tabella 1, il 13,8% dei pazienti ha riportato una storia di CVD e il 19,3% ha avuto un test iniziale GXT anormale. Le anomalie più comuni sono state la depressione del tratto ST e la HRR anormale. A 4 anni, 2009 (78,2%) partecipanti a ILI e 1919 (74,5%) a DSE hanno completato GXT.
– Cambio di peso
Rispetto al gruppo DSE, l’ILI ha prodotto riduzioni di peso marcate e statisticamente significative a 4 anni, sia complessivamente, che dopo stratificazione per ogni categoria di GXT anormale e storia di CVD, dopo aggiustamento per età e sesso. Dopo l’aggiustamento per età e sesso, quelli con una storia auto-riferita di CVD hanno perso significativamente meno peso dall’inizio al quarto anno sia in DSE [-0,07% (aumento di peso) vs 0,73%, P= 0,01], che in ILI (5,98% vs 6,69%, P= 0,02), rispetto a quelli senza una storia di CVD. Al contrario la perdita di peso in ILI o DSE non differiva tra i partecipanti che avevano un’anomalia GXT e quelli che non l’avevano. Nello specifico all’interno dell’ILI, la perdita di peso media è stata significativamente maggiore nei partecipanti con aritmia (12,35% vs 6,57%, P= 0,008), angina (10,27% vs 6,56%, P = 0,01) o HRR anormale (7,87% vs 6,48%, P= 0,03), rispetto a quelli senza queste anomalie. Tuttavia il numero di partecipanti con ciascuna di queste anomalie era relativamente piccolo, in particolare con aritmia ventricolare (n= 6) e angina (n= 14). Nella DSE nessuna delle anomalie osservate sul GXT era associata a differenze nella perdita di peso a 4 anni.
– Modifica del fitness cardiorespiratorio
L’ILI ha avuto miglioramenti significativamente maggiori dall’inizio al quarto anno rispetto al DSE, nel complesso e all’interno di tutti i sottogruppi. Rispetto a quelli senza una storia di CVD, la storia auto-riferita di CVD è stata associata a minori cambiamenti di fitness a 4 anni sia nel DSE (-0,12 MET vs 0,06 MET, P = 0,01), che in ILI (0,43 MET vs 0,61 MET, P = 0.004). Coloro che avevano un’anomalia GXT all’inizio non hanno avuto risultati di fitness diversi da quelli senza anomalie GXT. Tuttavia alcune anomalie GXT specifiche all’inizio hanno influenzato il cambiamento del fitness cardiorespiratorio. In ILI l’aritmia ventricolare è stata associata a un maggiore miglioramento del fitness (1,47 MET vs 0,58 MET, P= 0,04). Sia in ILI, che in DSE, i partecipanti con IEC (ridotta capacità d’esercizio) all’inizio hanno avuto miglioramenti minori nel fitness cardiorespiratorio, rispetto a quelli che non presentavano IEC (DSE: -0,17 MET con IEC vs 0,03 MET senza IEC, P = 0,01; ILI: 0,25 MET con IEC vs 0,62 MET senza IEC, P = 0,01).
Discussione
I partecipanti a ILI hanno avuto una perdita di peso significativamente maggiore e un migliore fitness cardiorespiratorio a 4 anni, rispetto a quelli assegnati al DSE, indipendentemente dalla storia iniziale di CVD o anormale GXT, e questo è coerente con i principali risultati dello studio “Look AHEAD” che ha dimostrato una maggiore perdita di peso e migliore fitness cardiorespiratorio in ILI rispetto a DSE (10,11). Tuttavia l’entità dei cambiamenti tra quelli con e senza una storia di CVD auto-riferita, sebbene statisticamente significativa, è stata modesta e potrebbe non essere clinicamente significativa. Inoltre l’entità di questi cambiamenti tra quelli con e senza anomalie GXT non era statisticamente o clinicamente significativa. È stato suggerito che una differenza del 3% nella variazione di peso (14) o una differenza di 2-MET nel fitness cardiorespiratorio (15) può essere necessaria per influenzare il rischio di CVD, il che può supportare che questi siano considerati quando si determina la significatività clinica di queste differenze osservate. I medici e gli altri operatori sanitari dovrebbero aspettarsi risposte simili in termini di perdita di peso e fitness in ILI in pazienti con sovrappeso/obesità e con diabete di tipo 2, indipendentemente dalla presenza di una storia di CVD o anomalie osservate su un GXT di pre-partecipazione.
La causa alla base di questa differenza statisticamente significativa, ma clinicamente modesta, nella perdita di peso in base all’anamnesi CVD non è chiara. Un’ipotesi per spiegare questo risultato è che la percezione dei partecipanti del rischio di partecipare ad attività fisica può essere influenzata dalla storia CVD, che può avere ridotto il dispendio energetico e la conseguente perdita di peso. Ad esempio, i partecipanti con una storia nota di CVD potrebbero essere stati riluttanti a fare esercizio così a lungo, con la stessa frequenza o con la stessa intensità di quelli senza CVD. Jakicic et al. (16) hanno scoperto che all’inizio, nel sottogruppo di partecipanti “Look AHEAD” (n= 2240) la cui attività fisica era monitorata dall’accelerometria, non vi era alcuna differenza significativa tra coloro con e senza una storia di CVD nel numero di fasi di attività fisica al giorno, minuti per seduta, o numero di fasi con intensità di almeno 6 o 10 MET. Tuttavia è possibile che l’attività fisica in risposta all’intervento differisse tra i partecipanti con e senza CVD, e questo giustifica un’indagine più approfondita. Le analisi sono state ripetute escludendo i partecipanti che sono stati sottoposti a chirurgia bariatrica, a cui è stato diagnosticato un cancro o insufficienza cardiaca, sono stati sottoposti a un innesto di bypass coronarico o sono morti prima dell’esame del quarto anno (dati non mostrati). I risultati non sono cambiati materialmente, suggerendo che queste condizioni, che sono comunemente associate alla perdita di peso, non hanno rappresentato la causa della perdita di peso osservata nello studio. Sebbene la perdita di peso in ILI e DSE non differisse tra coloro che avevano una GXT anormale e coloro che avevano un test normale, alcune anomalie specifiche erano associate a una maggiore perdita di peso in ILI. Dopo l’aggiustamento per età e sesso, i partecipanti a “Look AHEAD” di ILI e che hanno manifestato aritmia ventricolare, angina pectoris o HRR alterata durante lo stress test iniziale, hanno perso più peso, rispetto alle controparti ILI senza queste condizioni. Queste differenze nella perdita di peso non erano associate al fatto che fossero state inviate per autorizzazione medica sulla base di una GXT anormale, poiché quelle indicate non hanno perso più peso di quelle non indicate (P= 0,55, dati non mostrati). Tuttavia il piccolo numero di partecipanti con queste anomalie limita le conclusioni che possono essere tratte da questi risultati e pertanto dovrebbero essere interpretate con cautela.
L’associazione tra angina pectoris sulla GXT iniziale e maggiore perdita di peso successiva nel gruppo ILI e una tendenza non significativa verso la perdita di peso nel gruppo DSE, suggerisce un meccanismo che è potenziato, ma non interamente creato dall’intervento, sullo stile di vita. Questa conclusione è supportata da due studi osservazionali che hanno mostrato una maggiore perdita di peso in coloro che soffrono di angina, sia per auto-segnalazione (17) o durante un GXT (18), rispetto a quelli senza angina. In quest’ultimo studio, quelli con angina e perdita di peso hanno avuto esiti clinici peggiori. Ancora una volta, tali interpretazioni sono limitate dal fatto che solo 14 partecipanti a ILI e 14 a DSE avevano angina nella GXT iniziale e, pertanto, questi risultati richiedono cautela nell’interpretazione della significatività clinica.
All’interno di ogni sottogruppo di anormalità GXT e tra quelli con una storia di CVD, l’ILI è stato associato a un migliore fitness cardiorespiratorio, rispetto al DSE. I partecipanti al DSE con un GXT iniziale anormale non hanno sperimentato cambiamenti di fitness in modo diverso da quelli con GXT normali, tranne per il fatto che l’IEC iniziale o la storia di CVD erano associati a un calo del fitness nell’arco di 4 anni. Una IEC iniziale o una storia di CVD era anche associata a un minor miglioramento della forma fisica nel gruppo ILI, rispetto ai partecipanti ILI senza queste caratteristiche. Morris et al. (19) hanno mostrato, in un’ampia coorte di cui ai GXT, che il tasso atteso di declino del fitness cardiorespiratorio è maggiore negli uomini sedentari, rispetto agli uomini attivi. Kokkinos et al. (20), nella loro revisione degli studi sul fitness cardiorespiratorio nella CVD, hanno osservato un’associazione inversa forte e costante tra il fitness cardiorepsiratorio e il cambiamento di ciò nel tempo e i risultati della CVD, con questa associazione almeno altrettanto forte di qualsiasi altra descritta (ad esempio con persone fumatrici o con iperlipidemia). L’IEC è strettamente correlato al livello di attività fisica (21) in quella che è probabilmente una relazione bidirezionale. I soggetti con IEC potrebbero essere stati più sedentari prima dello studio, il che potrebbe spiegare il più rapido declino del fitness nel gruppo DSE. Una probabile spiegazione per questi cambiamenti di fitness è che i soggetti con IEC avevano un carico maggiore di CVD inizialmente, diagnosticato in precedenza o meno, e hanno sperimentato un declino (DSE) o un miglioramento inferiore (ILI) nel periodo osservato, a causa della loro CVD sottostante. Pertanto i pazienti con sovrappeso/obesità e diabete di tipo 2 dovrebbero essere monitorati per un potenziale calo del fitness cardiorespiratorio e dovrebbero anche essere incoraggiati a impegnarsi in allenamenti sicuri ed efficaci, che potrebbero dover essere monitorati dal punto di vista medico, per sostenere, o potenzialmente migliorarne, lo stato di fitness.
Una storia auto-riferita di CVD è stata associata a una diminuzione del fitness nel gruppo DSE e a un minor miglioramento nel gruppo ILI; tuttavia l’ILI ha determinato un significativo miglioramento del fitness tra coloro con e senza una storia di CVD. Come con l’IEC, questa storia di CVD può essere un marker di successivo declino clinico (22).
Una potenziale incongruenza merita attenzione. I partecipanti ILI con IEC all’inizio hanno perso più peso, ma hanno migliorato il fitness cardiorespiratorio, meno di quelli con una normale capacità di esercizio; tuttavia le modeste differenze potrebbero non essere clinicamente significative e dovrebbero essere interpretate con cautela. Data la forte correlazione tra perdita di peso e aumento del fitness, questa divergenza sembra contro intuitiva. In questa analisi l’aspetto dietetico dell’intervento, che è stato dimostrato da Wadden et al. (23) non ha avuto un forte effetto sulla perdita di peso, non è stato considerato. Determinare i risultati a lungo termine in questi partecipanti va oltre lo scopo di questo articolo; tuttavia tale valutazione può chiarire se la perdita di peso, osservata nei partecipanti con IEC all’inizio, sia un presagio di declino clinico complessivo.
I punti di forza di questo studio includono le dimensioni e la diversità della popolazione di studio inclusa e l’alto tasso di ritenzione dei partecipanti. Look AHEAD ha anche dimostrato la sicurezza e l’efficacia del programma d’intervento sullo stile di vita nel raggiungimento sia della perdita di peso, che del guadagno di fitness, che sono comunemente raccomandati per il trattamento di pazienti con diabete di tipo 2, per migliorare il controllo del diabete e ridurre le sue complicanze a lungo termine.
Questo studio includeva anche limitazioni. I partecipanti allo studio includevano volontari che soddisfacevano i criteri d’inclusione previsti per aumentare l’adesione, il che potrebbe far sì che questi partecipanti non riflettessero la popolazione generale. Sebbene la ritenzione fosse elevata, le analisi includevano solo i partecipanti per i quali sono disponibili dati di follow-up. Gli individui a più alto rischio di eventi CVD potrebbero non essere rappresentati dati i criteri d’inclusione per questo studio. Poiché le variabili indipendenti (GXT anormale e storia di CVD) sono fattori di rischio per CVD, la sottorappresentazione delle persone a più alto rischio di eventi CVD può rendere i risultati inaccurati sia per quanto riguarda la perdita di peso, che per il cambiamento del fitness cardiorespiratorio. Un’ulteriore limitazione di questo studio potrebbe essere l’uso di un GXT sottomassimale per monitorare il cambiamento nel fitness durante il periodo d’intervento e studi futuri dovrebbero considerare l’utilizzo di un GXT massimale limitato dai sintomi in tutti i periodi di valutazione, per valutare il cambiamento nel fitness.
Conclusioni
In questa vasta coorte di partecipanti con obesità e diabete di tipo 2, i partecipanti senza una storia di CVD hanno ottenuto miglioramenti significativi, ma modestamente maggiori, nella perdita di peso e nel fitness cardiorespiratorio sia in ILI, che in DSE rispetto a quelli con una storia di CVD. Inoltre quelli con qualsiasi anormalità GXT non differivano nella perdita di peso o nei cambiamenti di fitness da quelli senza anomalie. Tuttavia, in tutti i sottogruppi, i partecipanti assegnati a ILI avevano maggiori perdite di peso e maggiori miglioramenti al quarto anno, rispetto a quelli assegnati a DSE, indipendentemente dalla storia CVD o dalle anomalie GXT. Pertanto, gli adulti in sovrappeso e obesi con diabete di tipo 2 che hanno marcatori di CVD su un GXT o con una storia nota di CVD possono perdere peso e migliorare il fitness con un intervento sullo stile di vita. Questi risultati forniscono informazioni sulle caratteristiche dei pazienti con diabete di tipo 2 che possono influenzare la risposta a un programma completo di gestione comportamentale del peso. Inoltre questi risultati possono essere importanti per i medici e altri operatori sanitari e suggeriscono che un intervento sullo stile di vita incentrato sulla perdita di peso e sull’attività fisica può essere efficace per il trattamento del sovrappeso/obesità e per migliorare lo stato di fitness cardiorespiratorio delle persone con una storia di CVD o con la presenza di anomalie GXT prima della partecipazione all’esercizio.
Viene fornito un elenco completo del gruppo di studio Look AHEAD (vedere Documento, Supplemental Digital Content 2, che fornisce un elenco completo del gruppo di studio Look AHEAD, http://links.lww.com/TJACSM/A110). I risultati del presente studio non costituiscono approvazione da parte dell’American College of Sports Medicine.I risultati di questo studio sono presentati in modo chiaro, onesto e senza falsificazioni, falsificazioni o manipolazioni inappropriate. Le seguenti organizzazioni si sono impegnate a dare importanti contributi a Look AHEAD: FedEx Corporation; Risorse per la gestione della salute; LifeScan, Inc., una società Johnson & Johnson; OPTIFAST di Nestlé HealthCare Nutrition, Inc .; Hoffmann-La Roche Inc .; Abbott Nutrition; e il marchio Slim-Fast di Unilever North America. Il dottor Jakicic fa parte del comitato consultivo scientifico per WW (precedentemente Weight Watchers International, Inc.). Non sono stati segnalati altri potenziali conflitti di interesse rilevanti per questo articolo. Lo studio Look AHEAD è stato finanziato dal National Institutes of Health (NIH) attraverso accordi di cooperazione con il National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases (DK-57136, DK-57149, DK-56990, DK-57177, DK-57171, DK-57151, DK-57182, DK-57131, DK-57002, DK-57078, DK-57154, DK-57178, DK-57219, DK-57008, DK-57135 e DK-56992). Ulteriori finanziamenti sono stati forniti dal National Heart, Lung, and Blood Institute; Istituto nazionale di ricerca infermieristica; Centro nazionale per la salute delle minoranze e le disparità sanitarie; NIH Office of Research on Women’s Health; e Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie. Questa ricerca è stata sostenuta in parte dal Programma di ricerca intramurale dell’Istituto nazionale di diabete e malattie digestive e renali. Il servizio sanitario indiano ha fornito personale, supervisione medica e uso delle strutture. Le opinioni espresse in questo articolo sono quelle degli autori e non riflettono necessariamente le opinioni dell’Indian Health Service o di altre fonti di finanziamento. Ulteriore supporto è stato ricevuto dal Centro di ricerca clinica generale Bayview delle istituzioni mediche Johns Hopkins (M01-RR-02719); il Massachusetts General Hospital Mallinckrodt General Clinical Research Center e il Massachusetts Institute of Technology General Clinical Research Center (M01-RR-01066); l’Harvard Clinical and Translational Science Center (RR-025758-04); l’Università del Colorado Health Sciences Center General Clinical Research Center (M01-RR-00051) e Clinical Nutrition Research Unit (P30-DK-48520); l’Università del Tennessee presso il Memphis General Clinical Research Center (M01-RR-0021140); il Centro di ricerca clinica generale dell’Università di Pittsburgh (M01-RR-000056); il Centro di ricerca clinica e traslazionale dell’Università di Pittsburgh finanziato da un premio per la scienza clinica e traslazionale (UL1-RR-024153) e dalla borsa di studio NIH DK-046204; il Wake Forest Clinical and Translational Science Institute (UL1-TR-001420); il VA Puget Sound Health Care System Medical Research Service, Department of Veterans Affairs; e il Frederic C. Bartter General Clinical Research Center (M01-RR-01346).
Tratto da: Jakicic John M., Horton E.S., Curtis J.M., Killean T.M., Bray G.A., Cheskin L.J., Johnson K.C., Middelbeek R.J.W., Pi-Sunyer F.X., Regensteiner J.G., Ribisl P.M., Wagenknecht L., Espeland M.A. The “Look AHEAD” Research GroupAuthor Information. “Abnormal Exercise Test or CVD History on Weight Loss or Fitness: The Look AHEAD Trial” Translational Journal of the ACSM: Fall 2020 – Volume 5 – Issue 12 – e000134. doi: 10.1249/TJX.0000000000000134
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