Alessandro Nutini a, Claudio Zignin b , Antonino Cosentino c
a Chinesiologo, Neurobiologo; Centro Studi Attività Motorie – settore Biologia e Biomeccanica, Lucca; COMSAT Institute – Applied Mathematics dept., Lahore (Pk)
b Chinesiologo, Massofisioterapista – prof. a.c. Scuola di Medicina, Università di Torino; Studio Zignin (Torino)
c Chinesiologo del BeN…EsserE – Centro Studi Ginnastica Vertebrale, Nova Chinesi, Acicastello (CT), docente a contratto UNIKORE (Enna)
Sommario
La pandemia provocata dal virus SARS-CoV2 ha scatenato una profonda crisi sia economica, che nell’ambito socio-sanitario creando gravi problematiche anche dopo il trattamento terapeutico contro la sindrome CoViD-19. Tali “postumi” si presentano con difficoltà fisiologiche che spesso risultano invalidanti e che impediscono un ritorno ad una normale condizione di benessere psico-fisico tanto che, in letteratura, si è identificata una Sindrome post CoViD-19 (Perrin et al., 2020).
Le Scienze Motorie possono intervenire realizzando un’attività fisica che rispetti alcune linee guida fortemente personalizzabili che, basandosi su alcuni test funzionali, possono indirizzare l’opera del Chinesiologo (laureato in Scienze Motorie) verso un percorso di un Chinesiologia di Rigenerazione che operi una sorta di rieducazione funzionale in grado di migliorare le qualità fisiologiche temporaneamente in difetto. Lo scopo del presente lavoro, pertanto, è quello di indicare una possibile “ottimizzazione funzionale” raggiungibile tramite l’esercizio fisico (movimento attivo e razionale) che possa aiutare nel recupero dell’autonomia motoria ed indurre benefici cambiamenti che possono ulteriormente consolidare i risultati terapeutici raggiunti, nonché rappresentare un fondamentale intervento di prevenzione primaria.
Parole chiave
Sindrome post CoviD-19, Chinesiologia, Recupero Funzionale, Scienze Motorie
Introduzione
La pandemia data dall’infezione SARS-CoV2 è attualmente in divenire con la comparsa di numerose varianti virali che complicano sia la prevenzione, che la terapia.
Allo stato attuale, la ricerca sta tentando di delineare gli aspetti biologici e patologici del fenomeno virale che tutto il mondo sta attraversando ed è ormai noto il carico, sia in termini sociali che economici, che ogni paese sta affrontando.
Basti pensare alla profonda crisi scatenata nel mondo del lavoro con un impatto mondiale devastante (Nicola et al., 2020) ed all’incremento di gravi problematiche sociali che vanno da stati di ansia e depressione causati nella popolazione adolescenziale e giovanile (Singh et al., 2020) all’incremento del rischio di suicidi (Sher et al., 2020).
Oltre all’evidente sforzo economico che il sistema sanitario nazionale di ogni paese deve sostenere e che sta incidendo notevolmente sul benessere economico di ogni stato, si deve anche tener conto di un ulteriore sforzo collaterale dato dal sostegno sanitario post ospedalizzazione alle persone colpite dalla sindrome CoViD-19 che si trovano, loro malgrado, a subire una serie di difficoltà fisiologiche che impediscono sia il benessere psicofisico che un ritorno all’attività produttiva (Alradhawi et al., 2020; Clemente-Suárez et al., 2020).
Un interessante report realizzato dall’Università del Sacro Cuore (ALTAMS – Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari) ha evidenziato un incremento delle spese ospedaliere italiane di circa 12 miliardi di euro, ossia tra i 10 ed i 15 miliardi in più rispetto il 019 (https://altems.unicatt.it/altemsINSTANT%20REPORT%20ALTEMS%20ANNUALE%20-%202020_finale.pdf) ed in tali spese figura anche l’assistenza domiciliare e le cure intermedie.
Da ciò si comprende come la situazione sia complessa e che il percorso terapeutico sia complicato ed arricchito da molti parametri che si riferiscono, oltre allo stato di salute dell’individuo, alla disponibilità delle strutture sanitarie ed alla loro organizzazione.
Di fronte a questo difficile quadro socio-sanitario, le Scienze Motorie possono rivestire un ruolo molto importante nel contribuire alla stabilizzazione di una situazione fisiologica post-sanitaria tramite un intervento mirato alla situazione dettata dall’infezione SARS-CoV2.
Data la natura delle Scienze Motorie stesse, il loro intervento si realizza unicamente in un regime dove la patologia è già stata trattata e la condizione fisica della persona risulta stabile; risulta pertanto importante il non confondere l’azione proposta in termini di attività fisica come una terapia alla sindrome CoViD-19, ma si deve considerare come un supporto necessario al fine di migliorare lo stato di benessere di coloro che risultano efficacemente trattati con terapie opportune e, ripetendoci, stabilizzati nella loro situazione di salute.
Questa affermazione si basa sull’evidenza scientifica per cui esiste una Sindrome post CoViD-19 (Perrin et al., 2020) che risulta essere l’elemento di disagio primario per le persone che sono state efficacemente curate dall’infezione SARS-CoV2 e che ne limita la vita sia motoria che di relazione sociale e che comporta quanto denunciato precedentemente.
L’azione delle Scienze Motorie, inoltre, si realizza anche in una forma di prevenzione primaria che coinvolge i sistemi cardiovascolari e respiratorio già duramente provati dalla sindrome CoViD-19 e che, come effetto secondario, potrebbero manifestare ulteriori deficit funzionali imposti da una forte carenza di esercizio fisico ed attività motoria in genere e che comportano, in ultima analisi, anche costi aggiuntivi al sistema sanitario nazionale.
L’azione che viene proposta, pertanto, riguarda una proposta di lavoro che si attiene ad alcune linee guida fortemente personalizzabili, ma che si basano su evidenze scientifiche chiare e su di una batteria di test funzionali che possono indirizzare l’opera del Chinesiologo (laureato in Scienze Motorie) verso un percorso di Chinesiologia di Rigenerazione che implica una Ginnastica di Ottimizzazione Funzionale (GOF) tesa ad una forma di Rieducazione Motoria Funzionale che possa migliorare le qualità fisiologiche temporaneamente represse (ma non affette da patologia invalidante) e ristabilire un equilibrio funzionale.
Infine, da non sottovalutare l’azione psicologica positiva di un ritorno ad un movimento attivo e razionale, elemento imprescindibile per l’autonomia motoria e, conseguentemente, supporto fondamentale alla vita sociale ed alla capacità individuale di resistere ad una situazione di elevato stress psico-fisico come quella attuale.
1. La Sindrome post CoViD-19
Da ormai un anno dall’esplosione dell’epidemia virale da SARS-CoV2 e dalla relativa sindrome CoViD-19, molte incognite pesano ancora sulla comprensione esatta di ciò che un’infezione del genere comporta in termini di “postumi” dopo la guarigione.
Al momento, nei soggetti che sono stati colpiti da CoViD-19 sia in forma lieve che in modo molto grave, permangono difficoltà fisiologiche che si manifestano anche a lungo termine e che sono definite “Sindrome post CoViD-19” (Perrin et al., 2020).
Attualmente non vi sono molti studi che riportano dati sufficienti per stabilire una classificazione completa delle conseguenze fisiologiche di tale infezione, ma si conoscono, in modo adeguato, alcuni effetti che necessitano di particolare attenzione.
Un interessante articolo di Carli et al. (Carli et al, 2020) riporta tre principali sintomi che persistono dopo l’infezione SARS-CoV2: fatigue (stanchezza cronica), affanno (difficoltà nell’atto di respirazione profonda, dispnea) e dolore sia muscolare, che osteo-articolare al torace (con conseguente difficoltà respiratoria).
Una particolare attenzione viene rivolta al primo sintomo residuo (stanchezza) che può sottendere, ad esempio, a disturbi cardio-polmonari dato che tale segnale patologico è di natura aspecifica (Couzin- Frankel, 2020) ed è anche imposto dal rilascio di citochine proinfiammatorie da parte del sistema immunitario nella fase di infezione; tale condizione permane per un lasso indeterminato di tempo, forse anche per la persistenza della carica virale oppure per meccanismi di rigenerazione tissutale a carico dei sistemi organici colpiti da SARS-CoV2. A tutto ciò contribuisce anche l’aspetto psicologico per cui l’esperienza costituisce un vero e proprio trauma che può indurre depressione e stati di ansia.
Per quanto riguarda la dispnea, le cause sono più semplicemente riconducibili ad un recupero strutturale e funzionale dei tessuti polmonari anche se, nei casi CoViD-19 molto gravi, si assiste ad un distress respiratorio acuto (ARDS – Acute Respiratory Distress Syndrome) che comporta una sorta di sovvertimento “micro-anatomico” che avviene durante l’infezione e che può causare dei problemi per tutta la vita; le zone polmonari che sono state danneggiate, in realtà, non guariscono mai completamente come dimostrano studi sull’infezione da SARS-CoV del 2003 che hanno eseguito un follow-up di pazienti di 15 anni dall’evento patologico ed hanno rilevato la persistenza di lesioni polmonari e di maggior suscettibilità alle infezioni (Wu et al., 2017; Li et al., 2015).
Il dolore muscolare ed osteo-articolare toracico rilevato come sintomatologia post-CoViD-19 è da collegarsi sia all’alto regime infiammatorio, che alla condizione imposta dall’infezione virale di limitata capacità respiratoria che induce un’inevitabile riduzione fisiologica della capacità funzionale toracica (Carli et al, 2020); un’utile panoramica sulla sintomatologia della Sindrome post CoViD-19 è riportata in figura 1.
Interessante è anche notare che la riduzione della disponibilità del recettore di membrana ACE-2 (implicato nel processo di attacco virale), il danno miocardico e la relativa risposta infiammatoria acuta (durante il processo infettivo) sono una sorta di “marcatori” del danno biologico al cuore determinato da SARS-CoV2, tanto che condizioni di artimia, miocardite, pericardite e sindrome coronarica sono stati spesso riscontrati (Kang et al., 2020; Askin et al., 2020; Wu, O’Kane et al., 2020).
Questi eventi, inoltre, possono anche esser responsabili del dolore muscolo-scheletrico riportato da molti pazienti e del loro “stato astenico” spesso mostrato.
In ultima analisi, data l’esperienza complessa e altamente stressante della permanenza in terapia intensiva o di una prolungata degenza presso una struttura ospedaliera, numerosi parametri che riguardano sia lo stato del tono muscolare, che quello propriocettivo, sono da analizzare per consentire un recupero motorio sufficiente a ripristinare uno stato di benessere effettivo; per comprendere l’importanza di questo parametro, si rifletta sul fatto che è stata notata, per la prima volta, anche una “tachicardia posturale” derivata da una deficienza del sistema nervoso autonomo il cui meccanismo patologico è ancora in fase di studio (Miglis et al., 2020).
Figura 1 – In figura sono riportate le percentuali dei pazienti con sintomi specifici da sindrome CoViD-19 sia durante la fase acuta (a sinistra) che nel periodo di follow-up (a destra). [immagine tratta da Carfì A, Bernabei R, Landi F, for the Gemelli Against COVID- 19 Post-Acute Care Study Group. Persistent Symptoms in Patients After Acute COVID-19. JAMA. 2020;324(6):603–605. doi:10.1001/jama.2020.12603]
2. Chinesiologia Rigenerativa: un’opportunità indispensabile (Rigenerazione del sistema biologico pre-, durante e post CoViD-19)
In una società tecnologicamente evoluta e globalizzata, ormai da diverse generazioni, si assiste da un lato ad un aumento delle aspettative di vita, dall’altro ad una perdita anticipata della qualità di vita. Le condizioni cronico degenerative si presentano in un momento storico successivo a quando l’uomo, per vivere, usava il movimento nel rispetto dei cicli circadiani, dei nutrimenti stagionali e non industrializzati in un ambiente poco inquinato e sicuramente più sostenibile.
Non potendo tornare indietro, dobbiamo pensare al futuro, alla qualità di vita dei nostri figli e come superare una globalizzata situazione pandemica che per essere affrontata con successo richiede sistemi immunitari integri ed efficaci.
Per potenziare il nostro sistema immunitario dobbiamo drenare e disintossicare il nostro organismo e i nostri organi emuntori: attraverso l’igiene alimentare possiamo ridurre l’apporto di tossine, attraverso la gestione della mente contenere lo stress che rappresenta una pesante minaccia alla nostra fisiologia, attraverso la relazione possiamo star meglio con gli altri, ma solo attraverso il movimento possiamo armonizzare le funzioni, ossigenare le cellule, stimolare i neuroni, sollecitare i metabolismi, mantenere le capacità di controllo del disequilibrio e dell’attenzione, potenziare le capacità cognitive e l’autostima, promuovere ormoni dell’umore buono, ma soprattutto disintossicarci da tutti quegli inquinanti che minano l’eubiosi causando uno stato di insostenibile disbiosi, nociva nei confronti del nostro sistema immunitario.
Più movimento significa più salute, ma il movimento rispetto al luogo comune a cui siamo abituati non deve allenare le capacità migliori che abbiamo innate, piuttosto recuperare le nostre criticità tramite esercizi fisici forse meno gratificanti, ma indispensabili per migliorare il nostro limite biologico e ritardare l’insorgere delle condizioni cronico degenerative. In tal senso si realizza la Chinesiologia di Rigenerazione.
Se lo sport porta ad esaltare i nostri talenti, la Chinesiologia di Rigenerazione cerca di recuperare le fragilità.
La “caratterizzazione biologica” e la genetica ci predispongono a punti di forza e fragilità: riconoscere il genotipo ed il fenotipo di un soggetto ci permette di riscontrare i suoi bisogni; la letteratura ha individuato in alcuni semplici test validati da comitati scientifici autorevoli la correlazione con lo stato di salute.
Ne proponiamo quattro per identificare le nostre criticità e per poter intraprendere esercizi adatti al recupero e potenziamento del nostro stato di benessere;
- Test equilibrio statico: One-Leg Stand (Springer, Marin R. et al., 2007) Indaga la capacità di gestione del disequilibrio statico in appoggio monopodalico con la possibilità della variante occhi aperti/occhi chiusi.
- Test equilibrio dinamico: Star Excursion Balance Test (Kinzey, Armstrong et al., 1998; Chaiwanichsiri. et al., 2005) Valuta la capacità di gestione del disequilibrio dinamico in appoggio monopodalico attraverso la quantificazione dei gesti ripetuti in unità di tempo. Ci permette di indagare sulla efficacia delle afferenze propriocettive indispensabili alla gestione del controllo posturale e al ripristino della stabilità d’appoggio come atto preventivo della caduta.
- Test efficienza cardio respiratoria: Ruffier Dickson Test (Sartor. et al., 2016) Si prefigge di misurare il livello di condizionamento del sistema cardiovascolare e le capacità di recupero dopo uno sforzo.
- Test flessibilità: Back Scratch (Jones and Rikli, 2002) Valuta la flessibilità del cingolo scapolo-omerale atto a indagare una perdita di funzionalità della spalla e dell’arto superiore in toto in correlazione di eventuale compresenza di fibrosi muscolari del fascio superiore del trapezio correlato con tutte le brachialgie e complice di tutti i disturbi di spalla, gomito e mano. Sit and reach (Mayorga-Vega et al., 2014) Il test indaga la condizione di flessibilità del rachide e della catena posteriore in toto. Permette di evincere situazioni biologicamente insostenibili che possono portare al dolore cronico del tratto lombo-sacrale.
- Test forza della mano: Handgrip (Rijk et al., 2016); è stato dimostrato che esiste correlazione tra forza della mano e stato di salute. Permette di evincere situazioni di atrofia muscolare o sarcopenia che potrebbero pregiudicare l’efficienza, lo stato di stanchezza cronica, sovraccarico delle articolazioni ed aumentare il rischio di cadute.
Grazie a questi test, la Chinesiologia Rigenerativa può fornire una progressione di esercizi atti a recuperare le nostre fragilità e, in base alla risposta dei medesimi test, ci si aggancia al nostro livello di condizione e non appena “sanato il debito” si lavora sugli altri limiti.
L’obiettivo, pertanto, è quello di “pareggiare” le nostre capacità condizionali in modo da incidere maggiormente sullo stato di salute, ma non come l’attività agonistica che esaspera sino al trauma e/o microtrauma, minando in modo invalidante il nostro prezioso sistema biologico, che va ben oltre al sistema osteomioarticolare.
Una possibile griglia di auto-valutazione (figura 2), basata sui test precedentemente indicati, risulta utile al fine di permettere al Chinesiologo ed alla persona interessata (una volta eseguiti i cinque test) d’identificare la posizione nella griglia stessa ed in base alla distanza che divide il soggetto dal risultato ottimale, si potranno adottare tanti esercizi quanti sono gli spazi mancanti per ottimizzare la “performance”.
Ad esempio, se la persona “X” risulta insufficiente nell’equilibrio statico e nell’equilibrio dinamico, mentre possiede una valutazione buona nell’efficienza cardio-respiratoria e nella flessibilità con un punteggio sufficiente nella forza della mano, dovrà scegliere tra le sei possibili proposte, tre esercizi per l’equilibrio statico, quattro esercizi per l’equilibrio dinamico, un esercizio cardio-vascolare (punteggio “buono”), un esercizio per la flessibilità e due esercizi per la forza.
La persona “X”, dopo sei sedute con questa modalità, eseguirà nuovamente i test e si adatterà l’attività fisica in base ai livelli raggiunti.
L’aspettativa è che “X” recuperi le sue criticità e compensi le sue capacità il più possibile vicino al livello ottimale.
Figura 2 – Esempio di griglia di autovalutazione.
3. Ginnastica di ottimizzazione funzionale (GOF) per soggetti liberi da CoViD-19 con postumi organici e funzionali
Dalle risposte qualitative ottenute dai test specifici somministrati ai soggetti trattati in seguito alla sindrome CoViD-19 si possono ricavare utili informazioni sul potenziale organico e morfologico residuo riconducibile al fenotipo costituzionale indagato. Una anamnesi storica del soggetto ci permetterà di fare un’analisi sul presente e di pianificare un futuro motorio personalizzato con tempi e modi specifici.
Fermi restanti i punti di forza delle nostre linee guida generali che devono mirare ad evidenziare i punti di debolezza dell’individuo espressi dai postumi della malattia, metteremo insieme i dati raccolti e stileremo un piano di lavoro mirato e specifico nei contenuti, nei tempi, nell’intensità e nella reiterazione del gesto motorio che individui il punto di partenza e d’ipotesi di arrivo in cui ognuno ripone le aspettative di un benessere duraturo. Questa “ratio” segue l’indirizzo di molti studi nel settore dove, oltre a provvedere ad un intervento multidisciplinare e transdisciplinare, si cerca di stabilire dei punti di partenza per l’esecuzione sia di piani di rieducazione motoria che per un’ulteriore stabilizzazione delle condizioni ottenute dopo il trattamento sanitario (Barker-Davies et al., 2020; Sivan et al., 2020).
Dall’esame dei parametri organici e morfologici acquisiti si individuerà una metodologia adeguata che si baserà sulla “ginnastica parlata”, attraverso la quale verrà spiegata l’evidenza soggettiva reale, il perché dell’esercizio fisico, le modalità di esecuzione e le aspettative a breve e a lungo termine. Non mancheranno eventuali revisioni dei protocolli, dove necessario, in quanto gli stessi dovranno essere adattabili e flessibili.
La “ginnastica praticata” rappresenterà il punto di forza contenuto nelle linee guida generali dalle quali si potranno estrapolare gli esercizi specifici e adattarli all’individuo.
3.1 La Ginnastica di Ottimizzazione Funzionale (GOF) per l’apparato respiratorio
La Ginnastica di Ottimizzazione della Funzione Respiratoria costituisce un momento indispensabile per coloro che presentano uno stato organico e morfologico deficitario dopo la stabilizzazione della malattia CoViD 19. In molti soggetti si è evidenziata un’insufficienza respiratoria con conseguente affanno che pone l’individuo in uno stato di ridotta resistenza fisica.
Una gabbia toracica ben disposta ad espandersi, una ventilazione alveolare soddisfacente rappresentano le basi per uno stato di salute personale.
La respirazione è un insieme di atti molto complessi in cui coesistono fattori meccanici con dinamiche che riguardano l’elasticità del tessuto polmonare e la motilità costo-sterno-vertebrale e diaframmatica, fattori senso percettivi e psicomotori legati all’atto respiratorio e, infine, fattori biochimici, che comprendono gli scambi gassosi a diversi livelli alveolari e il trasporto dell’ossigeno a livello ematico.
Un ruolo egemonico nella respirazione è rappresentato dal diaframma, muscolo impari che separa il torace dall’addome. Durante l’atto respiratorio questo muscolo abbassa il suo centro frenico in fase inspiratoria espandendo le ultime coste e favorendo l’aumento volumetrico dei polmoni. Questo muscolo ha rapporti con organi viscerali come il cuore, il fegato, lo stomaco, la milza e con la sua dinamica dà stimolo a tutte le grandi funzioni.
Per meglio introdurre la dinamica respiratoria e il coinvolgimento diretto del diaframma risulta utile ottimizzare la percezione dell’atto respiratorio normale e segmentario; addominale e toracico (Wang et al., 2020; Gautam et al., 2020).
Fisiologicamente è molto importante avvicendare la respirazione dalle vie nasali (destra e sinistra) anche se anatomicamente si riuniscono a livello della faringe; l’ingresso dell’aria durante la respirazione a narice alternata sembra favorire, tramite meccanismi neuropropriocettivi, l’espansione di un emitorace rispetto all’altro, ottenendo una mobilizzazione asimmetrica del torace (Lapierre, 1979).
In base a quanto esposto, una GOF respiratoria includerà nelle sue linee guida generali:
- esercizi di percezione dei meccanismi respiratori, con attenzione alla localizzazione dell’espansione del torace e dell’addome eseguiti nelle varie posizioni di decubito supino, prono, laterale;
- esercizi di percezione delle vie nasali, per meglio apprendere la meccanica della dilatazione dei muscoli nasali e una respirazione alternata fra le narici;
- esercizi per una percezione dell’atteggiamento del tronco, eseguiti in appoggio su contatti che possano fornire feedback sensoriali sui momenti di chiusura e apertura del tronco in senso antero-posteriore e latero-laterale;
- esercizi per ammorbidire il rachide dorsale e il cingolo scapolare in antero-posteriore, con attenzione alle estensioni sul piano frontale per aprire gli spazi intercostali.
3.2 La Ginnastica di Ottimizzazione Funzionale (GOF) per l’apparato cardio-circolatorio, articolare e muscolare
Un’altra fragilità riconducibile ai postumi da CoViD 19 è la ridotta capacità cardio-circolatoria che si manifesta con sintomi di stanchezza e astenia generale.
L’energia necessaria per la contrazione muscolare è fornita in condizioni di equilibrio metabolico dai processi ossidatici; l’ossigeno e il materiale nutritivo giungono ai muscoli attraverso la corrente sanguigna, pertanto la funzione cardio circolatoria assume un’importanza notevole nei dinamismi personali, nelle attività relazionali e sportive.
Una GOF cardio-circolatoria dovrà ovviamente includere nelle linee guida generali tutte le attività ad impegno cardio-respiratorio e circolatorio.
Le iniziative proposte potranno essere realizzate in ambiente chiuso, come le palestre, o in spazi aperti per assumere ossigeno in natura nel rispetto del contesto ecologico e naturalistico.
La GOF cardio-circolatoria in ambiente chiuso dovrà favorire una rigenerazione degli apparati specifici mediante attività a basso e medio impatto aerobico con frequenze cardiache (parametrizzabili tramite la formula “220 – età del soggetto”) oscillanti dal 50-60-80% della massima frequenza cardiaca. Verranno proposte attività con uso di macchine aerobiche come Runner, Bike, Ellittica, Top e esercizi a corpo libero ad impegno aerobico, creando dei dinamismi in posizione clinostatica, seduta e ortostatica. Si potrà integrare l’uso di piccoli attrezzi come manubri, elastici e palle con attenzione all’integrità ed alla biomeccanica funzionale articolare. Il rispetto dei tempi di ristoro e delle ripetizioni dovrà essere personalizzato e dovrà tener conto dei carichi a cui è stato sottoposto il soggetto.
I soggetti che sono stati allettati in ambiente ospedaliero per tempi determinati, specialmente i soggetti anziani, presenteranno sindrome da sarcopenia, debolezza muscolare generalizzata con astenie e ridotta attività meccanica. Una ridotta mobilità articolare da disuso, riconducibile alle principali articolazioni, potrebbe presentarsi soprattutto in soggetti sottoposti a tempi lunghi di degenza e allettati.
Sarà opportuno, dopo attenta valutazione delle lunghezze inserzionali muscolari e specifiche valutazioni sulla mobilità articolare, proporre esercizi di allungamento analitico e globale unitamente a proposte di potenziamento dei gruppi muscolari deficitari ed esercizi mobilizzanti. Risulterà del pari opportuno potenziare i muscoli degli arti inferiori, superiori e del tronco in posizioni variegate (supina, seduta, eretta) con particolare attenzione alla dinamica toracica e della colonna vertebrale. Si potranno utilizzare, allo scopo, piccoli attrezzi, come manubri di peso variabile, elastici, palle zavorrate.
La prolungata stasi e l’allettamento potrebbero ridurre le risposte dei muscoli tonico posturali con difficoltà a tenere un equilibrio in posizione eretta e durante la deambulazione. Proposte basate su esercizi per stimolare il parametro SRE (Sensazioni delle Reazioni di Equilibrio) andrebbero previste con particolare attenzione in tutti quei casi in cui si applicano le strategie di caviglia, di bacino o di passo; queste strategie risultano utili in un percorso di GOF per prevenire le cadute, specialmente negli anziani.
Le attività svolte all’esterno in zone vicino al mare o boschi risultano salutari per una ottimizzazione cardio-respiratoria e circolatoria in quanto la presenza di iodio e ossigeno allo stato puro hanno un ruolo importante per le funzioni biologiche dell’organismo.
Il cammino lento e costante con l’uso di bastoncini da Nordic Walking aiuterà il soggetto durante la deambulazione in quanto scaricherà buona parte del peso a livello vertebrale e degli arti inferiori, stimolerà la muscolatura e la circolazione degli arti superiori e del tronco, favorendo la coordinazione specifica del cammino. Si potranno abbinare esercizi di allungamento muscolare, di tonificazione (utilizzando gli stessi bastoncini da Nordic Walking), esercizi di respirazione, un’attività fisica legata ai principi della “forest bathing” (Hansen et al., 2017; Park et al., 2020) od esercizio fisico, qualora se ne avesse la possibilità, vicino al mare in modo da ottenere un’integrazione di iodio sempre salutare.
Conclusioni
La pandemia CoViD-19 è attualmente in corso e la raccolta di dati ed evidenze scientifiche sia da parte dei ricercatori, che dei clinici è ovviamente sempre in divenire.
Per tale motivo risulta molto difficile indicare una sorta di “protocollo” comune che possa indirizzare il Chinesiologo verso la scelta di percorsi di Chinesiologia più adatti poiché, se già questo risulta difficile in condizioni non implicate nella sindrome CoViD-19, lo è ancor di più in questa situazione. Lo scopo del presente articolo, pertanto, è quello di tentare di delineare alcune “linee-guida” basandosi sulla letteratura scientifica riscontrabile al momento ed inserire, in tal modo, le Scienze Motorie nel virtuoso percorso che pone al centro la persona con Sindrome post CoViD-19 (Perrin et al., 2020) e che necessariamente presenta caratteristiche di multidisciplinarietà imprescindibili al fine di ottenere e consolidare uno stato di benessere che restituisca all’individuo la migliore qualità di vita possibile.
Tali linee-guida, pertanto, non sono (e mai potranno essere) costituite da una certa “rigidità operativa”, ma debbono arricchirsi della competenza ed esperienza dei professionisti del movimento (Chinesiologi) che adattano le proposte operative (anche rimodellandole laddove sia opportuno farlo) alle persone che a loro si affidano nel recupero motorio o nel mantenimento fisiologico di un’attività motoria che permetta il recupero di un’autonomia compromessa dalla malattia.
In questo preciso senso si chiarisce che la proposta dell’articolo non riveste carattere terapeutico, ma diviene supporto fondamentale alla persona che, uscita dal percorso terapeutico-sanitario, manifesta criticità motorie nonostante la condizione di salute sia ormai stabilizzata.
Le Scienze Motorie, pertanto, possono qui intervenire con una Chinesiologia di Rigenerazione tesa sia ad una forma di prevenzione nei confronti di ulteriori problematiche legate alla Sindrome post CoViD-19, sia al recupero di una condizione che possa raggiungere un benessere indispensabile ad una buona qualità di vita.
L’esigenza d’intervenire anche nel settore proprio delle Scienze Motorie, infine, nasce dall’analisi di numerosi studi che pongono l’attenzione su tale azione multidisciplinare (Barker-Davies et al., 2020; Gu et al., 2020; Zha et al., 2020), indicando l’importanza di un movimento attivo e razionale che sia debitamente strutturato sulla base delle caratteristiche fisiologiche dell’individuo e delle problematiche riportate nella Sindrome post CoViD-19.
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