C’è molta confusione sul fatto se il ghiaccio abbia un ruolo positivo, negativo o indifferente per gli infortuni. Vediamo cosa dicono le ricerche nel corso degli ultimi anni.
La prima documentazione sul ghiaccio come parte del protocollo di gestione delle lesioni acute risale al 1978, quando il termine RICE (Rest, Ice, Compression, Elevation) fu coniato dal dottor Gabe Mirkin (1), in cui il ghiaccio rappresenta la risposta base all’infiammazione nel tentativo di accelerare la guarigione. Tale protocollo è ancora alla base del modo d’intervenire, ma negli anni ha visto il sommarsi e il cambiare di alcune fasi. Prima la lettera P, di protezione e poi la O, di carico ottimale, e così via (2,3).
Il consenso pieno in tutta la letteratura sul ruolo analgesico del ghiaccio è conosciuto, ma l’impatto sui muscoli sottostanti molto meno, poiché la temperatura muscolare rimane invariata dall’applicazione topica del ghiaccio. Aneddoticamente la maggior parte delle persone riferisce che il ghiaccio fa “sentire meglio” circa la lesione, nel breve termine, ma nel medio-lungo termine non sempre è così. Nel 2014 il dottor Mirkin ha riconosciuto i cambiamenti nella ricerca e, come farebbe qualsiasi scienziato evidence-based, ha ritirato il ghiaccio dal suo protocollo iniziale, dando spazio al fatto che sia il ghiaccio, come il riposo completo, siano in grado di ritardare la guarigione (3). Quando il nostro corpo subisce una lesione invia segnali ai macrofagi, cellule infiammatorie, che rilasciano l’ormone fattore di crescita insulino-simile (IGF-1). Queste cellule iniziano la guarigione uccidendo i tessuti danneggiati, ma quando viene applicato il ghiaccio, potremmo impedire il rilascio naturale di IGF-1 da parte del corpo e quindi ritardare l’inizio del processo di guarigione (3). Nel 2019 il ghiaccio è stato tolto dallo schema di gestione degli infortuni l’acronimo più recente e completo: PEACE & LOVE (Protezione, Elevazione, Evitare farmaci antinfiammatori, Compressione, Educazione e carico, Ottimismo, Vascolarizzazione ed esercizio) (4). Il recupero delle lesioni dei tessuti molli può essere complessa e nel corso degli anni, gli acronimi che ne guidano la gestione si sono evoluti da ICE a RICE (1), poi a PRICE (2) e POLICE (3), ma seppure esista consenso su tali protocolli, l’evidenza per questi è ancora limitata, questo perché ICE, RICE e PRICE si concentrano sulla gestione acuta e ignorano le fasi sub-acute e croniche della guarigione dei tessuti.
Ultimamente l’acronimo specifico è PEACE & LOVE, che sottolinea l’importanza di educare i pazienti e affrontare i fattori psicosociali per migliorare il recupero. Mentre gli antinfiammatori mostrano benefici sul dolore e sulla funzione, gli acronimi PEACE&LOVE segnalano i loro effetti potenzialmente dannosi sulla riparazione ottimale dei tessuti (4). E si suggerisce che potrebbero non essere inclusi nella gestione standard delle lesioni dei tessuti molli.
Mentre una certa infiammazione è giustificabile nella fase di recupero, un edema eccessivo o gonfiore non aiuta, anzi, esercita una pressione sui tessuti, limita il movimento, aumenta il dolore e diminuisce la funzione muscolare (5): come accade in gravi distorsioni articolari (come le distorsioni della caviglia) in cui il gonfiore è abbastanza significativo, tale da impedire il range di movimento oppure nell’inibizione muscolare artrogena del quadricipite dopo un intervento chirurgico al LC, qui sì il ghiaccio è un’opzione praticabile, poiché l’obiettivo non è necessariamente prevenire tutto il gonfiore, ma limitarne l’entità (6). Nelle lesioni muscolari, che spesso provocano meno edema, il ghiaccio probabilmente non sarà di beneficio nelle prime fasi (o del tutto) durante la gestione dell’infortunio.
Il ghiaccio è meno importante di quanto pensassimo, andrebbe usato quando le lesioni sono gravi e in circostanze in cui il gonfiore rappresenta probabilmente il fattore limitante per il recupero ed è utile solo nelle prime fasi.
Riferimenti
- Mirkin, G. & Hoffman, M. (1978). The sportsmedicine book. (1st ed.). Little Brown and Co.
- Bleakley, C. M., Glasgow, P. & MacAuley, D. C. (2012). PRICE needs updating, should we call the POLICE? British Journal of Sports Medicine. 46, 220–221.
- Mirkin, G. (2014, March 16). Why Ice Delays Recovery. https://www.drmirkin.com/fitness/why-ice-delays-recovery.html
- Dubois B, Esculier J-F. Br J Sports Med 2020;54:72–73. Accepted 16 July 2019 Published Online First 3 August 2019. Br J Sports Med 2020;54:72–73. doi:10.1136/bjsports-2019-101253
- Scott, A., Khan, K. M., et al. (2004). What do we mean by the term “inflammation”? A contemporary basic science update for sports medicine. British Journal of Sports Medicine. 38, 372–380.
- Palmieri, R. M., Ingersoll, C. D., et al. (2004). Arthrogenic muscle response to a simulated ankle joint effusion. British Journal of Sports Medicine. 38, 26–30.