Nell’edizione di Settembre di quest’anno della rivista scientifica Medicine & Science in Sports & Exercise, Hidde M.C. (1) e altri hanno sottolineato l’importanza di alcuni studi nel campo dell’HIIT verso l’aumento di parametri fisiologici anche in individui con disabilità motoria elevata, come nei soggetti con sclerosi multipla (2,3,4). L’allenamento ad intervalli ad alta intensità (HIIT) infatti è stato applicato a soggetti con sclerosi multipla nello studio condotto da Hubbard e altri (5) di cui riporto un riassunto di seguito.
La sclerosi multipla (SM) è una malattia neurologica immuno-mediata che provoca il decondizionamento fisiologico con l’aumento della disabilità. L’allenamento ad intervalli ad alta intensità (HIIT) ha indotto miglioramenti significativi nel condizionamento fisiologico in popolazioni sane e cliniche e potrebbe essere appropriato per le persone con SM che hanno disabilità motoria. La fattibilità e gli effetti acuti dell’HIIT utilizzando il passo sdraiato in persone con SM con disabilità motoria sono relativamente sconosciuti.
Hunnard e colleghi hanno studiato così gli effetti fisiologici delle singole sessioni di HIIT e dell’esercizio aerobico continuo (CON), allo stato stazionario utilizzando il macchinario recumbent stepping, ossia un macchinario di movimentazione di arti superiori e inferiori in posizione seduta, confrontando 20 persone con SM con disabilità motoria (cioè, scala di stato di disabilità di 4.0-6.5).
L’allenamento HIIT includeva 10 cicli di intervalli di 1 minuto ad una velocità di lavoro associata al 90% della capacità aerobica massima (VO2max), seguiti da recupero di 1 minuto a 15 W, per un totale di 20 minuti.
L’allenamento CON consisteva in 20 minuti alla velocità di lavoro dal 50% al 60% del VO2max. Durante le sedute sono state raccolte misure fisiologiche (cioè, potenza, consumo di ossigeno, espirazione di anidride carbonica, rapporto di scambio respiratorio, ventilazione, FC e temperatura interna) e percettive (cioè, valutazioni dello sforzo percepito).
I risultati ottenuti hanno evidenziato interazioni condizione-tempo statisticamente significative per tutte le misurazioni fisiologiche e le valutazioni dello sforzo percepito che esprimevano modelli differenziali di cambiamento nel tempo per HIIT rispetto a CON (P<0,05). L’effetto principale della condizione era significativo per tutti i risultati fisiologici, eccetto la temperatura interna, con la condizione HIIT che induceva valori significativamente più alti di CON (P<0,05).
Le conclusioni alle quali sono arrivati gli autori sono che l’esercizio HIIT grava il sistema cardiorespiratorio molto più di CON, ma senza effetti deleteri sulla temperatura interna nelle persone con SM. Ciò ha importanti implicazioni nell’informare verso una prescrizione di esercizio basata sull’evidenza (EBT), che sia appropriata per migliorare il condizionamento fisiologico nelle persone con SM che hanno disabilità motorie.
HIIT è dunque fattibile, sicuro e conduce a diverse risposte positive, tra cui l’aumento della potenza, del consumo di ossigeno e della risposta della frequenza cardiaca, rispetto all’esercizio aerobico continuo (CON). Tuttavia si presuppone che estendere la durata di CON, per abbinarlo al volume di HIIT diminuirebbe la validità stessa del lavoro effettivo (1). Quando si forniscono raccomandazioni sull’intensità dell’esercizio in contesti reali, è necessario considerare le altre variabili di prescrizione dell’esercizio (cioè frequenza, tempo e tipo). Ad esempio, le linee guida sull’esercizio per adulti sani raccomandano il doppio del tempo per un esercizio aerobico moderato (150 minuti a settimana), rispetto a quello vigoroso (75 minuti a settimana) (6,7). Pertanto sebbene ci possa essere un aumento del tempo necessario affinché CON raggiunga lo stesso volume di esercizio o carico di lavoro totale dell’HIIT, il compromesso tra tempo e intensità è necessario quando si forniscono raccomandazioni sugli esercizi o si progettano programmi di esercizi.
Nello studio di Hubbard et al. (5), sia HIIT che CON hanno avuto periodi di esercizio della stessa durata, con un risultato di un volume maggiore durante le sessioni HIIT (ovvero, il lavoro totale è stato 1,4 volte superiore durante la sessione HIIT vs CON). Per aumentare la validità, la durata delle sessioni CON dovrebbe essere aumentata (1).
La sessione HIIT di Hubbard et al. (5) ha prodotto quanto segue:
Per eguagliare i 62 MET/min raggiunti nelle sessioni HIIT, le sessioni CON dovevano aumentare la loro durata da 20 minuti a 28 minuti. Notevole aver esplorato l’utilità dell’HIIT tra gli individui con SM con disabilità motoria elevata, poiché questi soggetti clinici sono spesso sottovalutati nel contesto degli interventi di esercizio fisico. Tuttavia studi futuri dovrebbero esaminare protocolli di esercizi simili e dovrebbero considerare di aumentare la durata delle sessioni CON per abbinare il volume di esercizio raggiunto durante le sessioni HIIT. Questo aumenterà la validità relativa dell’esercizio, limitando il prolungamento temporale, rispetto all’intensità che è comune nella pratica della raccomandazione e della prescrizione di esercizi in ambito clinico (1).
Riferimenti
1) Hidde M.C., Howell M., DeBord A., Leach H.J. Acute High-Intensity Interval Exercise in Multiple Sclerosis with Mobility Disability, Medicine & Science in Sports & Exercise: September 2020 – Volume 52 – Issue 9 – p 2055.
2) Skjerbaek A.G., Naesby M., Lutzen K. et al. Endurance training is feasible in severely disabled patients with progressive multiple sclerosis. Multiple Sclerosis Journal 2014;20(5):627-30.
3) Zimmer P., Bloch W., Schenk A. et al. High-intensity interval exercise improves cognitive performance and reduces matrix metalloproteinases-2 serum levels in persons with multiple sclerosis: a randomized controlled trial. Multiple Sclerosis Journal 2018;24(12):1635-44.
4) Campbell E., Coulter E.H., Paul L. High intensity interval training for people with multiple sclerosis: a systematic review. Multiple Sclerosis and Related Disorders 2018;24:55-63.
5) Hubbard E.A., Motl R.W., Fernhall B.O. Acute High-Intensity Interval Exercise in Multiple Sclerosis with Mobility Disability, Medicine & Science in Sports & Exercise: 2019; 51(5):858-867
6) Piercy K.L., Troiano R.P. Physical activity guidelines for Americans from the US Department of Health and Human Services Circulation: Cardiovascular Quality and Outcomes 2018;11(11):e005263.
7) Riebe D., Ehrman J.K., Liguori G., Magal M. American College of Sports Medicine. ACSM’s Guidelines for Exercise Testing and Prescription. 10th ed. Philadelphia: Wolters Kluwer; 2018