Il bouldering o sassismo (1) deriva dall’inglese boulder, ovvero un masso che può avere differenti dimensioni e che offre delle pareti arrampicabili. Oggi il bouldering è una disciplina specifica dell’arrampicata sportiva e sono molte le manifestazioni che prevedono gare sia al coperto che all’aperto. (2).
Il boulder è una prestazione esplosiva su percorsi con un’altezza massima di 4 metri e tappeti di sicurezza sottostanti. Lo scopo del Boulder è quello di risolvere (completare) il maggior numero di percorsi su quattro/cinque boulder (a seconda del turno) nel minor numero di tentativi in un determinato periodo di tempo. Sono previsti percorsi diversi per uomini e donne. I percorsi detti anche “problemi” vengono ripristinati tra le qualificazioni, le semifinali e la finale. Nelle finali i concorrenti possono vedere in anteprima i problemi durante un tempo di osservazione collettiva (2 minuti per Boulder), ma non possono provarli. Nelle qualificazioni e nelle semifinali, gli arrampicatori osservano i problemi per la prima volta durante il loro primo tentativo (nessuna osservazione prima del turno). I concorrenti sono tenuti in una stanza di isolamento prima di eseguire il loro tentativo “a vista”. La classifica del Boulder è decisa dal numero di problemi risolti. Vince il concorrente che risolve il maggior numero di problemi. Per ogni problema è prevista una presa di zona (circa a metà di un problema).
La classifica Boulder si basa su:
- Numero di top (traguardi o cime) raggiunti;
- Numero di prese di zona raggiunte
- Numero di tentativi di top;
- Numero di tentativi di zona.
(3).
Il corpo umano è eccezionale per molte ragioni, non ultima l’ampia varietà di movimenti che è in grado di eseguire. Poiché la nostra specie è in grado di eseguire così tante attività discrete, i ricercatori spesso non sono d’accordo su quali siano stati i movimenti più essenziali per l’evoluzione della nostra specie. Analisi recenti propongono che il divario di prestazioni tra atleti di sesso femminile e maschile si riduca negli sport che riflettono maggiormente i movimenti per i quali gli esseri umani si sono evoluti. Nel caso dell’arrampicata, le arrampicatrici sono tra le migliori al mondo, indipendentemente dal sesso, una tendenza che non si riscontra in nessun altro sport importante. L’eccezionale abilità delle arrampicatrici rispetto agli uomini è un’ulteriore prova dell’esistenza di adattamenti muscolo-scheletrici indipendenti dal sesso, che si sono sviluppati nel corso dell’evoluzione umana, come risultato di forze di selezione esterne (non sessuali), per facilitare i movimenti essenziali. Questi adattamenti riducono parte del dimorfismo fisico sessuale che esiste negli esseri umani e ciò costituisce una prova del fatto che il corpo umano è stato modellato, in parte, dalla pressione per arrampicarsi bene (4).
Pochi anni fa analizzando diverse situazioni di gara in Coppa del Mondo (2017-2018) non sono state riscontrate differenze tra uomini e donne nella presenza dei diversi tipi di boulder, anche se gli uomini hanno risolto un numero significativamente maggiore di problemi, rispetto alle donne nelle categorie dynamo e mantle. Le donne hanno avuto significativamente più successo con i problemi di plate. L’allenamento degli atleti a livello internazionale dovrebbe concentrarsi sull’ottimizzazione dei movimenti dinamici e per le atlete donne, la forza massima delle dita e delle braccia è più cruciale per ottenere i massimi risultati nel bouldering agonistico, rispetto agli atleti maschi (5). Le femmine tendono ad avere un buon rapporto forza-peso, ma gli uomini sviluppano più muscoli nella parte superiore del corpo. Gli uomini hanno una maggiore forza di presa, una minore quantità di grasso corporeo, una crescita muscolare più rapida e una maggiore potenza. Hanno tutto a loro favore. Eppure ci sono quattro donne tra i primi 100 arrampicatori sportivi e tre tra i circa 30 che hanno scalato il 5.15b (categoria di livello esperto). Ci sono molte cose che le donne possono riferire che vanno contro di loro, tra questi il minore allungamento muscolare, la minore forza media di presa e la difficoltà a sviluppare muscoli nella parte superiore del corpo. Ci sono molte scuse valide a disposizione. Eppure c’è qualcosa nella forma umana che trascende le differenze di genere e le rende, nel grande schema delle cose, quasi trascurabili. Questi sono adattamenti muscolo-scheletrici ciechi rispetto al sesso. Sono cose che abbiamo tutti, che contano più della nostra taglia, della nostra altezza o del nostro sesso. Rispetto agli uomini, le donne sono migliori arrampicatrici rispetto a quanto succeda in sport come calcio, pesistica o corsa. Questo perché tutti gli altri sport, molti dei quali sono stati inventati dagli uomini, avvantaggiano gli uomini. Si rivolgono ai punti di forza con cui gli uomini si sono evoluti. L’arrampicata, invece, avvantaggia le donne in modo più equo, forse perché non ci sono regole che avvantaggiano un genere rispetto a un altro; c’è solo la parete e le sue esigenze uniche. Le donne sono migliori arrampicatrici perché sono fatte per arrampicare, in un modo che nessun altro sport può davvero toccare: la capacità relativa delle migliori arrampicatrici non ha eguali e, Carrol, non sarebbe sorpreso se il divario di genere si riducesse ulteriormente, si sta assistendo a sempre più donne che si spingono oltre i confini dell’arrampicata e che questo fenomeno pensa sia destinato a diminuire presto (4).
Riferimenti
- Sassismo, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana.
- Wikipedia – L’enciclopedia libera.
- International Federation of Sport Climbing.
- Current Research in Physiology, Volume 4, 2021, Pages 39-46. “Female excellence in rock climbing likely has an evolutionary origin”, Collin Carroll. Columbia University. 2 Broad Street, Westport, CT, 06880, USA Received 7 November 2020, Revised 21 January 2021, Accepted 25 January 2021, Available online 6 February 2021, Version of Record 23 February 2021.
- International Journal of Performance Analysis in Sport, Volume 21, 2021 – Issue 3, “Athletes’ performance in different boulder types at international bouldering competitions”, Claudia Augste, Paulin Sponar & Marvin Winkler. Pages 409-420 | Received 25 Feb 2021, Accepted 21 Mar 2021, Published online: 02 Apr 2021.