Molto spesso mi viene chiesto come fare stretching e cosa utilizzare come valido aiuto durante gli esercizi di flessibilità. La sedia rappresenta un valido elemento, non solo d’arredo, ma soprattutto come ausilio comodo e sicuro, per agire con profondità nell’allungamento muscolare! Per una routine adeguata di stretching non ti serve molto, non sono necessari movimenti…
Categoria: Salute
Esercizio Fisico e Invecchiamento del Cervello
Sulla base delle prove disponibili, sembra probabile che lo sviluppo di nuove strategie per indirizzare i percorsi di sviluppo di metodi e strategie per una sano invecchiamento del cervello e rilevanti per l’esercizio sia una direzione particolarmente promettente.
Una possibile strategia per evitare questi problemi potrebbe essere quella di combinare esercizi moderati, restrizione calorica parziale o digiuno intermittente, con componenti che mirano a percorsi di rilevamento dell’energia.
Soglia Anaerobica
Terminologia utilizzata per descrivere AT
LT (Lactate Thresold – Soglia del Lattato): la fase dell’esercizio in cui si verifica un aumento significativo ed esponenziale del lattato durante un test da sforzo incrementale.
MLSS (Massimo Lattato in Stato Stazionario): si verifica nella fase precedente all’aumento esponenziale del lattato, in cui la produzione e la rimozione di lattato sono bilanciate in modo ottimale.
OBLA (Onset of Blood Lactate Accumulation – Inizio dell’Accumulo di Lattato nel sangue): l’accumulo di lattato nel sangue fino a una quantità specifica (di solito 4 mmol/L) durante l’esercizio fisico incrementale. Si ritiene che questo valore critico rifletta il passaggio ad intensità d’esercizio più elevate.
Soglia Ventilatoria (chiamata anche VT1): l’intensità dell’esercizio alla quale la ventilazione aumenta in modo sproporzionato rispetto al consumo di ossigeno, principalmente per espirare l’anidride carbonica in eccesso prodotta durante la glicolisi anaerobica.
RCP (Respiratory Compensation Point – Punto di compensazione respiratoria) (chiamato anche VT2): periodo di iperventilazione durante un esercizio molto intenso, mediato da diversi fattori fisiologici.
Buffering isocapnico o tampone a concentrazione costante di anidride carbonica: la zona d’esercizio e/o allenamento tra VT1 e VT2 che riflette il buffering bicarbonato ottimizzato, che insieme all’iperpnea (aumento della profondità degli atti respiratori e della ventilazione polmonare), sono sufficienti per prevenire l’acidosi. Può essere utilizzato come misura delle prestazioni nella zona da aerobica ad anaerobica.
GLUT-4 è il trasportatore del glucosio più conosciuto e studiato sopratutto per la sua sensibilità diretta all’insulina. GLUT-4 è presente soprattutto nel muscolo scheletrico, nel cuore e nel tessuto adiposo bianco e bruno, tessuti insulino-dipendenti. A livello muscolare la traslocazione dei trasportatori GLUT-4 dai siti intracellulari (all’interno di vescicole) alla membrana plasmatica è favorita dalla contrazione, dall’aumento del flusso ematico e dai bassi livelli di glicogeno che caratterizzano l’esercizio fisico di durata e d’intensità elevata. L’esercizio fisico strutturato è utilissimo per la prevenzione dell’insulino resistenza e nel trattamento del diabete mellito.
Per gentile concessione dell’UNC, pubblico questo interessante articolo redatto da illustri colleghi, sul ruolo della Chinesiologia unicamente in un regime dove la patologia è già stata trattata e la condizione fisica della persona risulta stabile, ossia come un supporto necessario al fine di migliorare lo stato di benessere di coloro che risultano già essere stati efficacemente trattati con terapie opportune e stabilizzati nella loro situazione di salute. L’azione del Chinesiologo (laureato in Scienze Motorie) opera verso un percorso di Chinesiologia di Rigenerazione, cioè una ripresa funzionale in grado di migliorare le qualità fisiologiche temporaneamente in difetto.
Lo scopo del lavoro è quello di indicare una possibile “ottimizzazione funzionale” raggiungibile tramite l’esercizio fisico (movimento attivo e razionale) che possa aiutare nel recupero dell’autonomia motoria ed indurre benefici cambiamenti che possano ulteriormente consolidare i risultati terapeutici raggiunti, nonché rappresentare un fondamentale intervento di prevenzione primaria.
Un lavoro recente ha concettualizzato il cervello come una rete composta da gruppi di sottoreti o moduli. La “flessibilità” delle reti cerebrali indica la riconfigurazione dinamica dei moduli che lo compongono. Utilizzando nuove tecniche di neuroscienze di rete dinamiche applicate alla risonanza magnetica funzionale (fMRI) ad alta risoluzione in stato di riposo, un recente studio pubblicato su “Neuobiology and Learning Memory” ha studiato gli effetti di un intervento di esercizio aerobico sul ri-arrangiamento dinamico della struttura della comunità modulare – una misura della flessibilità neurale – all’interno la rete del lobo temporale mediale (MTL).
In questo studio gli autori hanno scoperto che gli anziani hanno aumentato significativamente la forza dei flessori plantari durante la camminata, dopo essersi allenati con l’allenamento della forza di opposizione. Le forze di opposizione orizzontali, solitamente applicate tramite una cintura in vita, possono essere utilizzate per aumentare sistematicamente il rendimento meccanico richiesto dalle unità muscolo-tendinee che attraversano la caviglia durante la fase di spinta della deambulazione. Di conseguenza, gli autori suggeriscono che apportare un intervento che miri funzionalmente ai muscoli responsabili dell’intensità della spinta (cioè, i flessori plantari) possa essere in grado di mitigare cali legati all’età, nell’intensità abituale della spinta. Questo può anche avere effetti benefici su altre articolazioni. Si presume che gli interventi convenzionali per migliorare questo (cioè, l’allenamento di forza) suscitino il rimodellamento muscolare, aumentino la capacità di generazione di forza e quindi migliorino la funzione locomotoria. Quando prescritte negli anziani, tali contromisure migliorano efficacemente le isolate misurazioni della forza muscolare degli arti inferiori, ma sfortunatamente questi guadagni generalmente non si traducono in miglioramenti funzionali nell’intensità di spinta abituale durante la deambulazione.
Ruolo della costruzione delle scarpe nella biomeccanica della corsa: correlazioni con infortuni e performance
In molti decenni la tecnologia, sopratutto l’ingegneria strutturale e dei materiali nella costruzione delle scarpe ha apportato enormi cambiamenti, con scarpe molto particolareggiate e ammortizzate. Sebbene le intersuole ammortizzate possano in teoria ridurre le forze di impatto influenzando la rigidità del sistema di attenuazione dell’impatto e la decelerazione del corpo, il tasso d’infortuni e le prestazioni della corsa riportati non sono migliorati notevolmente nel corso degli anni, per cui la riduzione degli infortuni e il miglioramento delle prestazioni, usando scarpe da corsa, sono diventati un obiettivo sia nell’industria sportiva, che nel mondo accademico. Dalla Revisione si possono trarre notevoli spunti, per capire come orientarsi alla scarpa da corsa. L’aumento della velocità della forza d’impatto, la riduzione della cadenza e l’appoggio più pronunciato del tallone possono spiegare, in parte, il potenziale deleterio delle scarpe moderne e le influenze sulla corsa, che sono soggettive, ma hanno delle tipicità comuni, vanno valutate. Cambiare troppo rapidamente scarpa espone i tessuti del corridore ad un maggiore rischio d’infortuni. La stessa situazione vale per coloro che sono abituati a scarpe minimaliste e che si orientano troppo rapidamente a scarpe massimaliste, ma servono test con protocolli standard per capire come validare tutto ciò.
Esercizio Fisico in Ambiente Freddo
La regolazione della temperatura corporea include fattori fisiologici e comportamentali e le risposte del corpo a livello inconscio (come i brividi) sono accoppiate con azioni volontarie (come l’attività scelta, l’intensità dell’attività e la selezione dell’abbigliamento). La prevenzione delle lesioni da freddo richiede preparazione e prontezza a rispondere alle mutevoli condizioni. Con adeguati piani di gestione del rischio, le persone possono massimizzare la sicurezza durante l’esercizio in ambienti freddi.
Fitness Cardiorespiratorio nei Giovani: Osservazioni Tradizionali e Nuove Prospettive
Il fitness cardiorespiratorio definisce la capacità e la funzionalità integrata del corpo di fornire ossigeno ai muscoli e di utilizzarlo per generare energia per supportare l’attività muscolare durante l’esercizio. Sono ampiamente riconosciuti anche i benefici per la salute dei giovani sono ampiamente riconosciuti, ma spesso interpretati erroneamente attraverso valutazioni fallaci e interpretazioni ingannevoli. Nessuna singola variabile fisiologica descrive completamente il fitness cardiorespiratorio giovanile, ma il picco di consumo di ossigeno, consumato durante un test di esercizio progressivo fino all’esaurimento, limita la capacità di eseguire esercizio aerobico, ed è riconosciuto a livello internazionale come la misura “gold standard” del fitness cardiorespiratorio giovanile. Il picco di VO2 è la variabile fisiologica più studiata nella storia della fisiologia dello sviluppo dell’esercizio, ma nonostante oltre otto decenni di studio intensivo, la comprensione dello sviluppo del picco VO2 nella crescita e nella maturazione è sia confusa, che controversa. L’interpretazione del fitness cardiorespiratorio è stata mal definita nell’ultimo decennio da pubblicazioni che predicevano il picco di VO2 dalle prestazioni sui test di corsa navetta a 20m, test navetta di Leger, conosciuto anche come multi-stage fitness test o beep test, come surrogato del fitness cardiorespiratorio giovanile. La prestazione del test navetta non è una misura fisiologica del fitness cardiorespiratorio, ma una funzione della volontà e della capacità degli individui di “trasportare la propria massa corporea” tra due linee a 20 metri di distanza, tenendo il passo di segnali acustici, che richiedono la velocità di corsa, con un aumento ogni minuto. I cambiamenti dipendono da cambiamenti specifici per ogni individuo, con tempi e modi diferenti, per cui classificare i giovani in età prepuberale, puberale e postpubertale di età compresa tra 8 e 18 anni, sulla base di un singolo valore proporzionale del picco di VO2, non ha senso e potenzialmente non è benefico per bambini e adolescenti.