Il termine “disidratazione” indica una perdita di liquidi corporei (equivalente a una perdita di massa corporea di circa 3% –5%) in combinazione con aumenti della temperatura corporea interna (ipertermia). La disidratazione attenua la sudorazione e il flusso sanguigno cutaneo e riduce l’attività muscolare, il flusso sanguigno sistemico e la pressione arteriosa media, traducendosi in un aumento significativo del tasso di accumulo di calore corporeo, ipertermia centrale e sforzo fisiologico. Una compromessa perfusione muscolare quando si è disidratati o ipertermici porta ad una catena di eventi volti all’affaticamento a causa della sua negatività d’impatto sull’approvvigionamento di ossigeno. Gli effetti dannosi della disidratazione e dell’ipertermia non sono uniformi tra i tessuti del corpo umano e in una gamma d’intensità e modalità di esercizio. Il modello di Trangmar S.J. e altri evidenzia che la disidratazione progressiva indotta dall’esercizio fisico, con concomitante ipertermia, può portare a una perfusione compromessa a più tessuti e organi. Tuttavia l’entità dell’impatto della disidratazione sulla funzione fisiologica dipende dal livello di disidratazione, dall’intensità dell’esercizio e dalle condizioni ambientali. Il flusso sanguigno attraverso il cuore, i muscoli attivi e il cervello è elevato con la disidratazione, a riposo e durante l’esercizio con muscoli isolati o di bassa intensità. Tuttavia durante l’esercizio fisico intenso o prolungato di tutto il corpo (>60% V̇O2max), il cervello, i muscoli attivi e il flusso sanguigno sistemico sono compromessi, associati meccanicamente a una maggiore attività vasocostrittrice, ritorno venoso soppresso e riempimento cardiaco. La diminuzione della perfusione regionale e sistemica ha effetti diversi sul metabolismo dei tessuti ed è un probabile precursore dell’affaticamento precoce.
Categoria: Scienza e allenamento
L’esercizio fisico migliora la qualità del sonno? Confronto tra esercizio fisico combinato (di resistenza e di forza), HIIT e HIIT-EMS
Il sonno è un processo fisiologico essenziale con importanti funzioni di recupero e con l’età si verificano notevoli cambiamenti quantitativi e qualitativi nel sonno. Vi sono prove crescenti che indicano una riduzione della durata del sonno in concomitanza con un aumento della prevalenza dei disturbi del sonno che hanno un’influenza negativa sulla salute mentale e fisica e sulla qualità della vita, il che aumenta i costi sanitari. Jurado-Fasoli L. et al. 2020, hanno valutato gli effetti di diversi programmi di allenamento, sui parametri di qualità e quantità del sonno negli adulti sedentari tra i 40 e i 60 anni, confrotando un allenamento tradizionale combinato, HIIT e HIIT-EMS. Tra le conclusioni alle quale i ricercatori sono arrivati, l’HIIT-EMS potrebbe essere uno strumento efficace per migliorare la qualità del sonno negli adulti sedentari tra i 40 e i 60 anni e non avendo mostrato alcun effetto negativo, rispetto ai trattamenti farmacologici.
HIIT nella sclerosi multipla con disabilità motoria
Nell’edizione di Settembre di quest’anno della rivista scientifica Medicine & Science in Sports & Exercise, Hidde M.C. e altri hanno sottolineato l’importanza di alcuni studi nel campo dell’HIIT verso l’aumento di parametri fisiologici anche in individui con disabilità motoria elevata, come nei soggetti con sclerosi multipla. HIIT è risultato essere una tipologia di esercizio fisico eseguibile, sicura e che conduce a diverse risposte positive, tra cui l’aumento della potenza, del consumo di ossigeno e della risposta della frequenza cardiaca, rispetto all’esercizio aerobico continuo.
EMS-Sport: nuoto
Gli impulsi sono generati dall’unità EMS e trasdotti tramite elettrodi sulla pelle abbastanza vicini ai muscoli che si desidera stimolare. Gli impulsi assomigliano al potenziale d’azione (AP) proveniente dal sistema nervoso centrale (SNC), provocando la contrazione dei muscoli. Per l’allenamento, la stimolazione muscolare può fornire una contrazione maggiore rispetto a una normale contrazione volontaria, fino al 30% in più (cioè più reclutamento di fibre muscolari)Uno studio condotto presso l’Università di Poitiers in Francia, ha confrontato l’uso dell’EMS con i convenzionali protocolli di allenamento della forza tradizionale nella preparazione dei nuotatori sprint a livello nazionale.Dopo quattro settimane di allenamento utilizzando l’allenamento EMS, sono stati osservati aumenti significativi nelle prestazioni di nuoto sprint.
Cambiamenti nella forma fisica attraverso: allenamento con esercizi strutturati, allenamento HIIT o allenamento WB-EMS negli adulti sedentari di mezza età: uno studio controllato randomizzato.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha raccomandato di eseguire allenamenti simultanei che combinano resistenza (>150 min./settimana) e allenamenti di forza (>2 sessioni/settimana. Sfortunatamente la mancanza di tempo libero è il principale ostacolo all’esercizio fisico nei paesi sviluppati e per questo recentemente sono emerse metodologie di allenamento alternative e meno dispendiose in termini di tempo che consentono di massimizzare i potenziali benefici indotti dall’esercizio. L’HIIT è stato verificato come un’alternativa efficiente per indurre miglioramenti sul VO2max e sulla forza muscolare simultaneamente e sebbene l’HIIT sia stato considerato la metodologia di esercizio più efficiente in termini di tempo, stanno emergendo nuove tendenze all’allenamento e diversi studi hanno recentemente indagato gli effetti dell’allenamento con elettro-mio-stimolazione su tutto il corpo (WB-EMS) sui parametri relativi alla salute. WB-EMS è una tecnologia di allenamento, come descritto poco fa, che innerva simultaneamente fino a 12 gruppi muscolari principali con un’intensità specifica. In questo studio di Amaro-Ghaete et al. emergono altri risultati promettenti che si sommano a quelli scaturiti da precedenti studi.
EMS come nuova strategia di allenamento: EMS-fitness, EMS-Sport, EMS-HIIT.
Uno strumento attraverso cui tutte le persone, dall’individuo sedentario, all’atleta d’élite, possono allenare il proprio corpo. L’EMS, con i suoi risultati rapidi e privi di dolore, potrebbe piacerti, dove e come non riescono a fare altre forme di attività. Questo probabilmente lo rende un buon punto di partenza anche per chi non è ancora impegnato con l’attività fisica e un’ottima alternativa per chi lo è già; un modo per portare la persona al movimento costante, occupando poco tempo nella vita quotidiana.
Il ruolo del raffreddamento del corpo nell’attività fisica e nell’esercizio di prestazione
La ricerca si è concentrata nei decenni e, in particolare, negli ultimi anni, su come il raffreddamento del corpo possa aiutare nell’attività fisica e nelle prestazioni in ambienti caldi e umidi. L’esercizio come è noto fa aumentare la temperatura corporea e più l’intensità è elevata, più rapido sarà questo aumento termico. Basti pensare che quando il tasso di produzione di calore metabolico supera il tasso di trasferimento di calore esterno, che si verifica frequentemente quando l’esercizio è svolto con una temperatura ambiente elevata (>25°C), il calore viene immagazzinato e la temperatura del corpo aumenta. Gli studi sul preraffreddamento confermano che l’aumento del calore corporeo è un fattore limitante durante l’esercizio ed è utile per gli esercizi di resistenza per i primi 30-40 minuti, dipendentemente dalle variabili discusse, piuttosto che per esercizi intermittenti o di breve durata e prima di un’attività di resistenza di lunga durata può essere utile solo con l’uso di attrezzature specifiche e con la disponibilità di strutture ad hoc.
L’effetto della cadenza della pedalata sull’ossigenazione dei muscoli durante un esercizio ad intensità moderata
La modifica della cadenza di pedalata durante l’esercizio ad intensità moderata influisce su una serie di risposte fisiologiche: a una potenza costante e moderata, l’aumento della cadenza provoca un aumento della frequenza cardiaca (FC), del consumo di ossigeno (VO2), della produzione di anidride carbonica (VCO2) e del tasso di percezione dello sforzo e del lattato. Elevate cadenze di pedalata aumentano la domanda metabolica dei muscoli scheletrici, che fino a un certo punto può essere compensata da un corrispondente aumento della funzione cardiorespiratoria. Al contrario basse cadenze di pedalata aumentano la pressione intramuscolare durante il periodo di contrazione muscolare, con un effetto dimensionale associato alla forza generata dalla contrazione muscolare. Questo fenomeno riduce o impedisce, temporaneamente, la perfusione sanguigna nel muscolo in contrazione e nei tessuti a valle. Inevitabilmente durante l’esercizio ciclistico le basse cadenze sono anche associate a periodi di rilassamento muscolare proporzionalmente più lunghi, quando la perfusione è aumentata. Al momento non è chiaro se il periodo di contrazione più lungo e le maggiori forze del pedale a una cadenza inferiore possano determinare un’ossigenazione inadeguata dei muscoli.
Formenti e altri in questo studio hanno rilevato che aumentare la cadenza oltre una data soglia ad un’intensità di esercizio moderata vicino alla soglia ventilatoria è meno efficiente dal punto di vista energetico e che una cadenza elevata può compromettere l’ossigenazione muscolare durante l’esercizio ciclistico.
Iniziare ad allenarsi per il trail running: le zone d’intensità e l’adattamento
L’allenamento del trail running è questione di riuscire ad ottimizzare il tempo. Sono poche le persone, infatti, che possono permettersi di dedicare tutto il tempo che sarebbe necessario per correre una corsa in montagna: dopo il lavoro, la famiglia e le ore di sonno, non ci sono abbastanza ore libere durante la giornata. La miglior cosa da fare è cercare di lavorare con quello che si ha; questo non vuol dire che tutti quelli che hanno una vita molto impegnata debbano smettere di crederci, bisogna scovare però il metodo corretto per allenarsi lo stesso e con quello che si possiede e una volta che i miglioramenti e le prestazioni arrivano, sarà ancora più appagante riconoscere gli ostacoli superati. In tutti gli sport di resistenza, ognuna delle zone d’intensità e della frequenza cardiaca ha un ruolo specifico all’interno di uno schema di allenamento. I punti chiave del sistema a cinque zone sono i due marcatori metabolici della soglia aerobica (AeT) e anaerobica (LT). La risposta metabolica all’esercizio fisico non segue perfettamente un rigido modello, anzi, c’è molta differenza tra un individuo e un altro ed anche nello stesso individuo possono esserci variazioni da un giorno all’altro.
Qui trovi i concetti base legati all’allenamento del trail running per cominciare a divertirsi sui sentieri e sulle strade di montagna, come calcolare le zone d’intensità e interessanti spunti per la pratica di un’attività stupenda a contatto con la natura.
L’allenamento 10-20-30 aumenta la prestazione e il profilo di salute in soggetti moderatamente allenati
Sei poco allenato, in sovrappeso, con anche pressione leggermente alta e colesterolo alto? Svolgi un pò di attività fisica, ma vedi pochi risultati sul fisico e sul peso corporeo? Sei un corridore che deve riprendersi dopo un periodo di stop per varie cause e sei in sovrappeso?
Ecco il protocollo che fa per te!
Gunnarson e Bangsbo hanno studiato gli effetti dell’allenamento “10-20-30” che portano miglioramenti importanti sulle tue capacità e su profili importanti della tua salute.
Ti ricordo che come sempre deve essere effettuata una visita medica che attesti il tuo stato di buona salute complessiva e inoltre l’esecuzione del protocollo deve essere adattato alle tue esigenze e alle tue caratteristiche, che vanno approfondite grazie all’aiuto di un professionista del movimento, quale il chinesiologo!