Gli studi attuali hanno valutato gli effetti dell’integrazione di ioni bicarbonato (HCO3-) sulla prestazione fisica nei lavori HIIT, ma pochi studi hanno valutato gli effetti indipendenti di HIIT e HCO3- sulla prestazione anaerobica. Ci sono diversi studi che hanno anche valutato l’impatto dell’HIIT con l’integrazione di HCO3- sulla prestazione aerobica. Gli studi di Jourkesh et al. (2011) e Edge et al. (2004) hanno scoperto che l’integrazione di HCO3- con HIIT influenza positivamente la capacità aerobica, ma, al contrario, uno studio di Driller et al. (2013) ha scoperto che questa combinazione aveva l’effetto opposto, sebbene i ricercatori ipotizzassero che la scoperta potesse essere dovuta alle caratteristiche uniche del soggetto (membri altamente qualificati nelle squadre nazionali), le cui prestazioni aerobiche erano sufficientemente sviluppate da non essere influenzate dall’aggiunta di HCO3− supplementare.
Per via di questa scoperta, Wang J. e gli altri autori hanno scelto studenti universitari come soggetti, invece di atleti altamente qualificati, per consentire una migliore comprensione del possibile impatto dell’ingestione di HCO3-, quando accoppiato con HIIT. Hanno così sviluppato un progetto di ricerca per valutare la combinazione dell’integrazione cronica di HCO3- con l’allenamento HIIT, per esplorare se questo intervento possa o meno migliorare efficacemente la capacità anaerobica nei giovani.
Categoria: Scienza e allenamento
Depressione ed esercizio fisico
Attività fisica ed esercizio hanno benefici sulla salute di una persona. È ben accetto che essere fisicamente attivi è associato ad effetti positivi sul sistema circolatorio, respiratorio, endocrino, muscolo-scheletrico, digerente, nervoso, immunitario e linfatico. È chiaro che l’esercizio fisico può giovare verso i soggetti depressi e i meccanismi per spiegare questo effetto sono complessi e operano a livello biopsicosociale. Questi i meccanismi coinvolgono fattori che influenzano direttamente i sintomi depressivi, nonché fattori indiretti che possono avere effetti benefici maggiori sulla salute generale e sullo stile di vita.
Impatto dell’esercizio fisico precoce, con diverse modalità e intensità, sul rimodellamento ventricolare dopo infarto del miocardio
Dopo l’infarto del miocardio (IM), i risultati circa il favorevole rimodellamento ventricolare sono scarsi per l’aumentato rischio di disfunzione ventricolare e l’aumentato rischio di morte e dunque le strategie e le azioni per attenuare questo processo sono strumenti fondamentali nella gestione dei soggetti con occlusione coronarica, tra cui terapia di riperfusione, beta-bloccanti e inibitori del sistema renina-angiotensina. L’allenamento è stato introdotto in ritardo, dopo essere stato accettato come strategia di rimodellamento post IM, ma resta da chiarire il momento migliore per iniziare un programma di allenamento dopo un’occlusione coronarica. È importante sottolineare che s’ipotizza che l’esercizio precoce possa agire come un fattore di stress parietale, aumentando le dimensioni del ventricolo sinistro, inoltre negli ultimi anni sono state introdotte nuove modalità di esercizio con diverse modulazioni che hanno mostrato risultati promettenti. L’HIIT ha aumentato l’attività del substrato energetico e la fosforilazione mitocondriale in modo più evidente dell’allenamento continuo a bassa intensità. L’HIIT ha ridotto lo stress ossidativo cardiaco, associato a una migliore funzionalità diastolica, mentre il gruppo di allenamento continuo a bassa intensità ha mostrato una compromissione della funzione cardiaca. I benefici cambiamenti biochimici indotti dall’HIIT provocano, in tempi di allenamento più lunghi, un miglioramento funzionale sistolico. L’HIIT potrebbe essere la migliore modalità per impostare l’esercizio fisico precoce dopo l’IM e dovrebbe essere meglio studiato in questo scenario clinico.
Allenamento di Forza ad Alta Intensità (HIT-RT) VS Allenamento Intervallato di Resistenza ad Alta Intensità (HIIT) per Combattere il Rischio di Fattori Cardiometabolici nelle Persone Sovrappeso e Obese
Tuttor M. e altri in uno studio pubblicato su Frontiers in Sports and Active Living a Giugno di quest’anno hanno confrontato l’effetto di HIIT vs. HIT-RT, principalmente su parametri cardiometabolici e cardiaci in uomini non allenati, sovrappeso e obesi tra 30 e 50 anni. L’HIIT consisteva principalmente in un allenamento a intervalli di 90s -2 min, (2-4 sessioni settimana), mentre l’HIT-RT (2-3 sessioni/settimana) è stato applicato come un allenamento di forza in una singola serie fino ad esaurimento muscolare, con una lunghezza dell’intervento principale di entrambi i protocolli di 16 settimane, riscontrando effetti positivi di HIIT o HIT-RT sui parametri strettamente correlati alla salute cardiometabolica.
Il ruolo benefico dell’esercizio fisico per il trattamento dell’infarto miocardico
L’esercizio come terapia contribuisce a migliorare i fattori di rischio comportamentale che possono provocare infarto miocardico, promuove l’aumento della capacità di sostenere l’esercizio ed eleva al qualità della vita per i pazienti con infarto miocardico (IM).
Per gli anziani e le persone post grande infarto focale l’esercizio fisico è sicuro ed efficace.
L’esercizio precoce, anche a breve termine, è un modo sicuro e fattibile per indurre effetti protettivi nei pazienti post IM.
Nelle prime fasi dell’IM, l’esercizio fisico di intensità moderata è la scelta migliore per migliorare il risultati per i pazienti con IM.
La riabilitazione cardiovascolare e il successivo esercizio a intervalli hanno vantaggi unici e dovrebbero essere raccomandati ai soggetti con IM. Partendo da questi punti si articola il testo con descrizioni di vari tipi d’intervento basati sull’esercizio fisico e i relativi benefici.
L’esercizio fisico amplifica la plasticità neurale e la forza dopo l’ictus
L’ictus compromette l’attività del sistema nervoso, della coordinazione e delle contrazioni muscolari. Nella fase riabilitativa e di recupero l’allenamento funzionale focalizzato sul lato più colpito può essere difficile da avviare a causa della debolezza muscolare e della spasticità. Questo ha alimentato l’idea che il sistema nervoso dopo l’ictus possa rappresentare un “terreno incolto” con risposte adattive temporalmente limitate. Nell’articolo in realtà sono riportati vari esempi di come un procedimento allenante svolto nella maniera corretta e secondo evidenze, sia proficuo per il soggetto colpito da ictus.
Esercizi di retrazione bilaterale della scapola a di rotazione esterna della spalla con l’uso di bande elastiche
La retrazione scapolare bilaterale con la rotazione esterna dell’articolazione della spalla (BSRSER) con bande elastiche di resistenza e le relative variazioni, possono essere eseguite in posizione eretta, seduta o supina e rappresentano un esercizio fisico di livello base che ha lo scopo di rinforzare i muscoli all’interno del cingolo scapolare in particolare all’articolazione scapolo-toracica e gleno-omerale e la stabilità del complesso spalla. Possono essere eseguiti in un ambiente domestico, lavorativo, clinico o in palestra, richiedono attrezzature minime e possono essere adattati per l’uso da parte di soggetti che non sono abituati ad eseguirli, fuori condizione, nonché da soggetti altamente condizionati e possono essere un precursore di esercizi più impegnativi.
Influenza dello stato di maturità sui miglioramenti della forza eccentrica dei muscoli posteriori della coscia nei giovani calciatori, in seguito ad esercizi Nordic Hamstring
Per supportare lo sviluppo fisico-atletico dei giovani calciatori e per ridurre il loro potenziale d’infortunio, i metodi di allenamento più sicuri e più efficaci dovrebbero essere incorporati nei programmi dell’attività specifica, per aiutarli a competere a livello più alto. La FIFA ha sviluppato un programma, FIFA 11+, per supportare la prevenzione di lesioni agli arti inferiori per i giocatori di età pari o superiore a 14 anni e sono state precedentemente presentate prove dell’efficacia dell’utilizzo di FIFA 11+ sulla riduzione dell’incidenza d’infortunio nei giovani calciatori di età compresa tra 14 e 19 anni, per questo è necessario includere specifiche strategie di prevenzione per mitigare il rischio d’infortuni nei giovani calciatori. Una componente chiave di FIFA 11+ è l’enfasi posta sullo sviluppo della forza eccentrica della muscolatura posteriore delle cosce (hamstrings) attraverso l’esecuzione dei Nordic Hamstring (NHE). Questo è il primo studio che esamina gli effetti di un programma di NHE sulla forza eccentrica degli hamstrings nei giovani giocatori di calcio di diverso stato di maturità.
Dieta chetogenica: il presente degli sport di resistenza?
Gli sport di resistenza si basano sulla risintesi dipendente dall’ossigeno dell’adenosina trifosfato (ATP), che richiede sia un’adeguato apporto di ossigeno ai mitocondri, sia la disponibilità di carboidrati (CHO) e combustibili lipidici. Gli atleti vincenti mantengono le massime velocità per tutta la durata della loro prestazione. In effetti il ritmo di gara in molti eventi di resistenza (ad esempio, la maratona o lo sci di fondo) comporta una percentuale molto elevata della massima intensità aerobica di un individuo, mentre in attività più lunghe non basate su un’unica e singola prestazione (ad es. Ironman, gare ciclistiche su strada a tappe), le caratteristiche tattiche, del terreno e della stimolazione fisica sul lungo periodo, richiedono fasi a velocità superiore o inferiore. Le caratteristiche chiave degli atleti di resistenza d’élite, maturate attraverso la genetica e l’allenamento, implicano l’interazione di un’alta massima capacità aerobica (VO2 max), elevata capacità ossidativa muscolare ed elevata economia del gesto esercizio-correlato. Le strategie di allenamento e nutrizione mirano a garantire un’adeguata disponibilità e capacità d’integrare l’uso delle riserve di carburante del muscolo per produrre ATP in base alle esigenze della disciplina; un concetto noto come “flessibilità metabolica”. Vi sono prove concrete che l’adattamento a una dieta chetogenica ad alto contenuto di grassi crea sostanziali cambiamenti cellulari nell’aumento della motilità, del trasporto, dell’assorbimento e dell’ossidazione dei grassi durante l’esercizio, anche negli atleti d’élite che si allenano specificamente per ottimizzare i percorsi ossidativi dei grassi stessi. I cambiamenti e il significato vero circa l’uso dei chetoni muscolari sono ancora sconosciuti e sebbene vi siano prove evidenti che l’adattamento chetogenico riduca l’ossidazione dei carboidrati muscolari, i problemi irrisolti sono molti, come la capacità del cheto-adattamento a lungo termine di ripristinare il contenuto di glicogeno muscolare a livelli normalmente associati a una dieta ricca di CHO e la compromissione della capacità del muscolo di usare il glicogeno per l’ossidazione. Ciò è importante poiché l’ossidazione dei CHO fornisce una fonte di energia più efficace ed efficiente quando l’apporto di ossigeno diventa limitante.
Il rapporto di carico di lavoro da acuto a cronico casuale è stato associato “come” un rapporto d’infortunio da carico acuto a cronico effettivo: è tempo di destituire l’ACWR e i suoi componenti
Il numero di studi che esaminano la relazione tra carico di allenamento e infortuni negli atleti è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni e attualmente ci sono oltre 100 studi sull’argomento. Per trovare un’associazione tra carico di allenamento e infortuni sono state create varie misurazioni sull’allenamento. La metrica più popolare, comunemente usata come “modello” di riferimento standard per diverse linee guida internazionali, è il rapporto di carico di lavoro auto: cronico (ACWR). Questo rapporto si ottiene dividendo la componente “fatica” per la componente “fitness”. La componente “fatica” è rappresentata dal carico di lavoro acuto (LA), comunemente calcolata utilizzando il carico di lavoro della settimana precedente all’infortunio, mentre la componente “fitness” è rappresentata dal carico di lavoro cronico (LC), che è il carico di lavoro medio delle quattro settimane precedenti all’infortunio. Il LA comparato con il LC usando questo rapporto è ampiamente considerato per riflettere il rischio d’infortunio negli atleti. L’ACWR ha recentemente preso d’assalto la scienza e la medicina dello sport. È stato costantemente affermato che l’ACWR è associato al rischio d’infortunio, rendendolo così una metrica utile per ridurre o prevenire il rischio lesivo. Questa metrica è stata resa popolare da numerosi editoriali e consensi in riviste scientifiche e mediche sportive ad alto fattore d’impatto. Parlando della loro influenza questi articoli sono tra i più citati nel settore. L’aumento dell’attenzione ricevuta dalla “gestione del carico” nella pratica professionale è stato alimentato anche da questi studi. L’influenza di ACWR è persino penetrata nel circuito internazionale, infatti è utilizzato nelle linee guida di sviluppo e nelle dichiarazioni di consenso internazionali da organizzazioni leader come il CIO (Comitato Olimpico Internazionale). L’ACWR è onnipresente ed è incluso nei sistemi nazionali di gestione degli atleti e nei software disponibili in commercio, ma andrebbe destituito, come si evince dall’articolo in questione.