Dopo l’infarto del miocardio (IM), i risultati circa il favorevole rimodellamento ventricolare sono scarsi per l’aumentato rischio di disfunzione ventricolare e l’aumentato rischio di morte e dunque le strategie e le azioni per attenuare questo processo sono strumenti fondamentali nella gestione dei soggetti con occlusione coronarica, tra cui terapia di riperfusione, beta-bloccanti e inibitori del sistema renina-angiotensina. L’allenamento è stato introdotto in ritardo, dopo essere stato accettato come strategia di rimodellamento post IM, ma resta da chiarire il momento migliore per iniziare un programma di allenamento dopo un’occlusione coronarica. È importante sottolineare che s’ipotizza che l’esercizio precoce possa agire come un fattore di stress parietale, aumentando le dimensioni del ventricolo sinistro, inoltre negli ultimi anni sono state introdotte nuove modalità di esercizio con diverse modulazioni che hanno mostrato risultati promettenti. L’HIIT ha aumentato l’attività del substrato energetico e la fosforilazione mitocondriale in modo più evidente dell’allenamento continuo a bassa intensità. L’HIIT ha ridotto lo stress ossidativo cardiaco, associato a una migliore funzionalità diastolica, mentre il gruppo di allenamento continuo a bassa intensità ha mostrato una compromissione della funzione cardiaca. I benefici cambiamenti biochimici indotti dall’HIIT provocano, in tempi di allenamento più lunghi, un miglioramento funzionale sistolico. L’HIIT potrebbe essere la migliore modalità per impostare l’esercizio fisico precoce dopo l’IM e dovrebbe essere meglio studiato in questo scenario clinico.
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Differenze nell’assorbimento di ossigeno, ma uguale spesa energetica tra prove brevi di ciclismo e corsa
Nello studio in questione si è tentato di equiparare la produzione di lavoro (250 watt in 1 minuto) tra il ciclismo, non steady state, e la corsa in salita. Gli studiosi hanno così ipotizzato che le stime del turnover di ATP, sia aerobico, che anaerobico, in contrapposizione alle misurazioni fatte esclusivamente tramite l’ossigeno, indicherebbero che non c’è differenza nell’esercizio e nel dispendio energetico totale di prove di 1 minuto equivalenti in termini dil lavoro, tra ciclismo intenso e corsa in salita.
In effetti nei risultati le misurazioni dell’assorbimento di O2 nell’esercizio, △ lattato nel sangue ed EPOC modificati, promuovono l’ipotesi di una somiglianza nell’esercizio e del dispendio energetico totale tra prove di 1 minuto di ciclismo e di corsa in salita.
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